18 dicembre 2012

Bolle d'alea (17): Picabia

"Le bonheur pour moi, c'est de ne commander à personne et de ne pas être commandé".

È già l'ottava volta che Apollonio si appresta a vedere, al Cielo piacendo, la fine dell'anno in compagnia dei suoi cinque lettori. È la settima che egli prova a regalar loro, nell'occasione, un pensiero beneaugurante. Questa volta è l'augurio che chi legge questo blog goda certo della sopra definita felicità ma soprattutto che, non solo nell'anno che viene ma in ogni momento della sua vita futura, ne faccia propria la definizione.
Qui essa è assegnata a Francis Picabia solo in virtù del ricordo (fallace?) della nota di accompagnamento d'una esposizione. A Picabia non si attaglia male, del resto. Non fosse sua, resterebbe in ogni caso degnamente attribuita.

6 commenti:

  1. Picabia, sì.
    Uno dei cinque, ma siamo di più secondo me, uno dei cinque ringrazia per il bel pensierino.

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  2. Non m'intendo di dadaismo (al massimo di dadaumpa), né di auto sportive, motori e altri automatismi ad innesco più o meno complesso, quali quelli che, stando a Wikipedia, affascinavano il summenzionato Autore, però devo riconoscere che mi sentirei un po' meno felice, anche se non irrimediabilmente depressa, se dovessi rinunciare alla prigionia del bon ton, della gentilezza, della gratitudine e di varie ed eventuali altre espressioni della civile convivenza che pur avendo, a mio avviso, non pochi elementi in comune con la sportività -- come del resto con la inevitabile coercizione che ogni regola porta con sé --, non ne hanno alcuno con la beatitudine prediletta dall'originale latore dei Suoi auguri.

    Spero comunque di sbagliarmi, perché altrimenti non vedo proprio come potrei augurarLe tutta la felicità che sinceramente auspico Le porti il nuovo anno, con abbondanti assaggi propiziatori nel giorno del prossimo Natale.
    Con stima e simpatia, Sua Licia.

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  3. Auguri, i Suoi, davvero solari, nell'ordine della divinità che in questo luogo ha chiamato al Suo servizio ottenendone previamente e senza lunghe trattative l'entusiastico consenso, mi permetta di dirmene certo.
    Che perduri in Lei ed infinitamente oltre l'entrante anno, la passione che Le consente l'intima felicità del pensiero che qui ed altrove, a mezzo del Suo alter Ego, elargisce.

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  4. Quasi un imperativo categorico, svelta ed elegante però la formula. Una bolla d'aria, dicevi? Astratta, poco gusto e odore del terroir, No?

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  5. Apollonio Discolo29/12/12 10:45

    "Alea", fedele e campagnolo amico. Prese a casaccio, raccolte dalla Erlebnis disordinata di un autodidatta. Come in una foglia secca, forse Lei ha ragione, vi odora (o profuma?) un terreno.

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  6. Caro Apollonio, a parte lo scambio di alea con aria, questa volta temo di aver pasticciato più del solito; permettimi un altro tentativo. La massima di Picabia, intendevo suggerire, nasce come moderna esigenza di affermazione dell'individuo fuori da qualunque comunità di appartenenza. E qui, se posso aggiungere un giudizio, io alla mia età sarei più cauto: bisogna buttar via l'acqua sporca e tenersi il bambino.

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