31 ottobre 2016

Cronache dal demo di Colono (48): Un classico

C'è chi vuole abolire il latino e chi no (il greco, quello, si è già abolito da sé). C'è chi difende un modello di scuola per l'Occidente e chi dice che, come modello, pare una sdrucita marsina un po' ridicola, ormai, e in ogni caso da rattoppare. C'è chi parla di fine del classico come metonimia e, come metafora, la butta sul potare. C'è poi l'intollerabile tropo sportivo dell'asticella. Bassa? Sono alti i lai. Alta? Ma dai... 
Chi sarebbe poi all'altezza di alzarla, l'asticella? Sbaglia Apollonio a sospettare che in coloro che rispondessero "io" il vertiginoso sentimento sarebbe chiaro indice che sono dei palloni gonfiati o (va detto, per correttezza di genere) delle mongolfiere?
Frattanto (e, a dire il vero, già da un po') ciò di cui si discute "non è più tra noi". Anzi, c'è il sospetto che la generazione (ideale, oltre che anagrafica) che oggi ne parla tanto e, pontificando, talvolta oppone il suo petto a difesa, talaltra arretra e, bontà sua, concede il passaggio a una storia che in realtà ha già sfondato le mura, ne parli come Omero faceva dei suoi eroi, Virgilio del suo Enea o Ariosto dei suoi cavalieri e delle sue donne: per fantasia e per sentito dire. 
Lo stesso accadrebbe ad Apollonio, del resto, se anche lui pretendesse di avere qualche indirizzo da dare, in proposito. Non ne ha invece, come è normale che sia, e pensa che sia doveroso non nasconderselo. Doveroso verso se stesso, sia chiaro.
La baruffa classicamente intellettuale e classicamente nazionale sul tema della scuola e del liceo classico che oggi riempie qualche pagina delle gazzette culturali, insomma, è tutta letteratura: di qual livello, giudichino i due lettori di Apollonio. Forse non lo biasimeranno però se, al confronto, dichiara in conclusione di trovare Ariosto più spassoso, Virgilio più commovente e Omero più sanguigno.   

4 commenti:

  1. Caro Apollonio, non so in Isvizzera ma qui nell'Itallieta è facile osservare che un maturato classico, nel proseguire gli studi di specie riflessiva, ha qualche marcia in più; talvolta, ammetto, per solo merito genetico, talvolta no. Dico soltanto che alla pochezza della scuola in genere, togliere il fiorellino classico all'occhiello sarebbe ria sventura. Forse.

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  2. Apollonio Discolo31/10/16 17:16

    Apollonio ne è convinto, simpatetico Lettore, né milita tra coloro che hanno in uggia il latino. Ne ha lette di belle, in proposito, ma ne ha lette di belle anche nelle prose a difesa del latino e in quelle di coloro che un'innovazione linguistica di qualche anno fa (e che pare oggi abbandonata) definì "cerchiobottisti". Sulla scuola e sulla società ha poi pensieri inadatti ad essere espressi qui (e forse, per il rischio ineludibile di farsi inutili chiacchiere, inadatti a qualsiasi espressione).

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  3. Ben rammento qualche anno addietro Apollonio a proposito dell'idea di Gramsci su 'capitani' ed 'esercito', che quando ci sono gli uni l'altro si forma, mai al contrario, ribattere, qui in commento, che alfine stupidi è accaduto di vedere fossero pure i capitani, anzi immancabilmente tali, diceva. Constatazione innegabile, si deve convenire. Eppure, un Paese un gruppo dirigente, non foss'altro che per tacciarne la stupidità, in qualche modo deve formarlo o tentare almeno. Così magari val la pena di spendersi un tantino a dire indispensabile un circuito che in qualche maniera, perdente per lo più sia pure, appare idoneo alla bisogna o comunque è quanto di meno peggio qui si sia ideato. Pur fra le inenarrabili 'prose a difesa del latino', pertanto, tendo a credere che questa volta Apollonio debba esprimersi e proprio su 'scuola e società'.

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  4. Apollonio Discolo5/11/16 18:48

    Apollonio è consapevole di meritare il Suo richiamo, vigile Lettore, e non vuole eludere la prova alla quale lo chiama. Ma ne è all'altezza? Ne dubita. Proporrà comunque un nuovo frustolo, nelle prossime settimane. Pazienti.

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