25 dicembre 2017

Sommessi commenti sul Moderno (24): L'opinionista compulsivo di massa

Avere un'opinione su tutto, meglio se risentita, e sentirsi d'altra parte in dovere di renderla pubblica. Nella società moderna, fu un dì un disturbo del comportamento tipico delle cosiddette figure intellettuali, dilettanti di norma in quasi tutto ma, dell'opinione, appunto professioniste. 
Oggi il Moderno si è putrefatto e, mentre l'intellettuale come profilo sociale individuabile è da un pezzo andato a ramengo, l'attitudine intellettuale del becero professionismo dell'opinione ha intriso di sé quasi ogni aspetto dell'esperienza umana. 
E come certo non si può dire in questa sede senza dire consapevolmente della sede medesima e di chi vi esprime, è in fondo un'epidemia siffatta a garantire almeno in parte la fortuna della comunicazione nelle reti sociali. Grande o piccola che sia, tale comunicazione è intrinsecamente morbosa e chi la diffonde è un virus.

2 commenti:

  1. Prima di fessbuk c'era il bar e prima del bar l'osteria e all'osteria Renzo a fare il fesso. Non è così?
    Lieve le sia l'anno.
    D'Ascola

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  2. Apollonio Discolo29/12/17 12:28

    È così, amichevole Lettore e gentile Collega. Ed è anche un po' diverso, per via di quella storia dell'opinione che, come sa, da qualche millennio rende piccante l'altrimenti noiosa faccenda della verità. Ed è anche un po' diverso perché l'opinione era un bene di lusso, un tempo, e adesso non lo è più: è al contrario uno dei prodotti di consumo più vili che ci siano in circolazione. È anche un po' diverso perché il chiasso è oggi assordante e, nel chiasso, in apparenza coperta dal chiasso, dilaga la spudoratezza dell'opinione (non tanto la spudoratezza volontaria, quanto l'involontaria e quasi incolpevole o solo colpevole d'essere umana, cioè ineluttabilmente stupida: prove a centinaia, in questo diario). Insomma, ad Apollonio pare ci voglia il vecchio per capire, ma anche la misura del nuovo. Ad Apollonio pare che, rimanga ancora solo la voglia di capire cosa capita, significhi che nulla è perduto di quel poco che vale la pena non si perda e che quindi un augurio, come è il Suo, meriti d'essere ricambiato.

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