Apollonio non ha visto il film Baarìa di Peppuccio Tornatore (Bagheria, 27 marzo 1956, secondo Wikipedia): capitasse e ne valesse la pena, ne dirà. Nella sua Citera, ne legge però gli elogi in "Quando l'Italia intera si chiamava «Baarìa»", sulla prima pagina del Sole 24 Ore dello scorso 27 settembre, a firma di Gianni Riotta (Palermo, 12 gennaio 1954, secondo la medesima fonte), direttore dell'organo di stampa della Confindustria. Elogi sperticati? Forse, ma con una puntura di spillo, che illustra l'Italia dei campanili (linguistici), e non solo essa, a chi è capace d'intenderla.
Naturalmente, come minuscolo dettaglio, la puntura è impercettibile ai più. Invece, è essa a dare il tono all'edificante articolessa. A suo modo, sottotraccia, la mette anche un po' in salvo dall'onda straripante della retorica. "...faremo il bene tutte le volte che lavoreremo per «Baarìa», la comunità...", vi si legge, per esempio.
"«Baarìa», il villaggio di Bagheria nei pressi di Palermo", scrive infatti a un certo punto il palermitano Riotta, lodando il film del bagherese Tornatore, in un passaggio innocentemente referenziale, all'apparenza. Urta invece così la sensibilità d'ogni bagherese bennato, che (come certo Tornatore: il film ne sarà testimonianza) considera Palermo un informe agglomerato urbano (verso il quale, eventualmente, "si scende") cresciuto irragionevolmente ai margini della sua (un dì?) ridente città. Baarìa, ombelico del mondo, un villaggio nei pressi di Palermo? Velenoso oltraggio di uno di quei volgari borgatari di palermitani.
Per chi lo intende, il particolare svela allora che, sulla scena nazionale, l'articolo è, più convenientemente, un gattopardesco ammiccamento alla Tancredi Falconeri: "mio prode amico", "Di voi... Crispi mi ha detto un gran bene". Tancredi Falconeri, il fortunato ed abile nipote di Don Fabrizio, quello che gli dice, con enfasi, "Saluti, zione, tornerò col tricolore" e che, fatta l'Italia, colloca la sua brillante carriera politica alla sinistra estrema della destra più moderata: c'è una posizione migliore per confezionare edificanti predicozzi domenicali?
Insomma, Sainte-Beuve, caro Proust, aveva ragione ma à rebours: tenerne presente la lezione, serve a leggere ciò che scrivono i giornali, oltre che naturalmente a intendere la letteratura e il cinema. E il buon Principe di Lampedusa, che stava sulla sua scia, della Sicilia e dell'Italia aveva del resto capito tutto.
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