...che, del resto, era egli medesimo un essere umano. Ed è ciò che diverte, sempre dotto Lettore: l'umanità la si può spregiare solo con la simpatia di chi non se ne sente estraneo e mette di conseguenza se medesimo tra i solidali oggetti dello sprezzo.
Riconsideri da qui Apollonio, mi permetto di chiedergli, la sua posizione riguardo all'insegnare sul rilievo che quanto val la pena uno sappia sarebbe ininsegnabile da chiunque: la guida alpina, che evita il baratro al tizio mediterraneo a cui sia saltato in testa di cimentarsi su ferrate dolomitiche. Che dissipazione di sé, non meno catastrofoca del precipitare dall'Alpe, provocherebbe chi non sia avvisato dal Genovesi, da altri e con massima efficacia da Apollonio, ch'ogni sprezzo per vizi umani va diretto prima di tutto a sé stesso?
Non ci sarebbe un essere umano in vita, se spregiare gli altri, pretendendosi estranei al peccato che si sancisce, equivalesse a gettarsi nei baratri alpini. Magari sarebbe meglio, ma chi ne avrebbe esperienza? Apollonio è pronto peraltro a a riconsiderare la sua posizione sulla didattica (anche per sopire le ire del suo alter ego, che la professione mette costantemente a rischio di volgarità). Ma, generoso Lettore, Apollonio Le chiede: è proprio sicuro che una cosa del genere sia insegnabile? O non si tratta di segnali che chi già sa trasmette a chi immagina già sappia, in una variante allusiva e complice del "mutu cu sapi u iocu"?
"Gran cosaccia è l'uomo, quando ci si pensa", scriveva l'abate Antonio Genovesi oltre duecentocinquant'anni addietro.
RispondiElimina...che, del resto, era egli medesimo un essere umano. Ed è ciò che diverte, sempre dotto Lettore: l'umanità la si può spregiare solo con la simpatia di chi non se ne sente estraneo e mette di conseguenza se medesimo tra i solidali oggetti dello sprezzo.
RispondiEliminaRiconsideri da qui Apollonio, mi permetto di chiedergli, la sua posizione riguardo all'insegnare sul rilievo che quanto val la pena uno sappia sarebbe ininsegnabile da chiunque: la guida alpina, che evita il baratro al tizio mediterraneo a cui sia saltato in testa di cimentarsi su ferrate dolomitiche. Che dissipazione di sé, non meno catastrofoca del precipitare dall'Alpe, provocherebbe chi non sia avvisato dal Genovesi, da altri e con massima efficacia da Apollonio, ch'ogni sprezzo per vizi umani va diretto prima di tutto a sé stesso?
RispondiEliminaNon ci sarebbe un essere umano in vita, se spregiare gli altri, pretendendosi estranei al peccato che si sancisce, equivalesse a gettarsi nei baratri alpini. Magari sarebbe meglio, ma chi ne avrebbe esperienza?
RispondiEliminaApollonio è pronto peraltro a a riconsiderare la sua posizione sulla didattica (anche per sopire le ire del suo alter ego, che la professione mette costantemente a rischio di volgarità). Ma, generoso Lettore, Apollonio Le chiede: è proprio sicuro che una cosa del genere sia insegnabile? O non si tratta di segnali che chi già sa trasmette a chi immagina già sappia, in una variante allusiva e complice del "mutu cu sapi u iocu"?