"Il viaggio era durato tre giorni ed era stato orrendo. Le strade, le famose strade siciliane per causa delle quali il principe di Satriano aveva perduto la Luogotenenza erano delle vaghe tracce irte di buche e zeppe di polvere".
Un evento eclatante, un ponte che, in Sicilia, cede pochi giorni dopo la sua inaugurazione, più che rivelare l'autentico stato delle cose, lo nasconde. L'attenzione al fattaccio, all'eccezione distoglie dal quieto e rigoroso accertamento del quotidiano. Forse è una condizione sistematica della facoltà percettiva umana: Apollonio non s'intende di cose del genere e non osa affermarlo.
Lo induce a ritenere che vada proprio così, però, l'esperienza fin qui fatta, d'una qualche durata (e senza merito alcuno, naturalmente), proprio sotto cieli che, a tratti lontani, gli sono tuttavia noti. A ritenere insomma che il clamore degli scandali e i periodici, momentanei lampi di luminose nefandezze - vere o solo presunte, alla fine, che importa? - abbaglino e rendano così invisibili le oscure, interminate nefandezze con cui si tesse una normalità che, proprio in quanto tale, è di lunga durata.
Chi ha più memoria della vicenda - una faccenda di appalti - che, più di cento cinquanta anni fa, per qualche momento, intrecciò l'avventurosa vita di Carlo Filangieri, principe di Satriano, alle infrastrutture della Sicilia borbonica?
Le strade siciliane sono frattanto forse diventate tracce meno vaghe (sotto il profilo ambientale, si tratta sempre d'una qualità?) ma restano "irte di buche" e la "polvere" di cui sono "zeppe" è coerente con l'epoca: il pattume d'ogni sorta della finta abbondanza.
Le strade siciliane sono frattanto forse diventate tracce meno vaghe (sotto il profilo ambientale, si tratta sempre d'una qualità?) ma restano "irte di buche" e la "polvere" di cui sono "zeppe" è coerente con l'epoca: il pattume d'ogni sorta della finta abbondanza.
In apertura, tre righe nate sotto la penna di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il sardonico principe del "tutto cambia e tutto resta com'è". Di scorcio, rapide e definitive come un fulmine, raccontano di un passato che, fatta la tara delle ovvie mutevolezze, è simile al momento in cui furono stese e (oggi lo si sa) prefigura il futuro, nei suoi tratti caratterizzanti. Il cedimento del ponte forse costerà a qualcuno la perdita di una luogotenenza. Buche e polvere resteranno certamente, perché in esse c'è l'essenza delle strade, delle famose strade siciliane.
La determinazione conoscitiva della pertinenza è la via dell'intelligenza del mondo: intelligenza inutile? Di nuovo, che importa? Per chi sa leggerla, la letteratura, come arte della parola, annoda con l'intelligenza del mondo un impagabile spasso.
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