17 marzo 2015

Lingua nostra (7): "Fare l'attore"


Pochi secondi tratti da un'intervista del Corriere della Sera a Bud Spencer. Con ciò che dice (nelle sue battute, "lui" è ovviamente Terence Hill-Mario Girotti), il vecchietto amabile (e italianissimo, per garbo nei modi e cultura imbevuta di sardonico possibilismo) illustra senza fronzoli come, nella lingua del sì, dietro la locuzione fare l'attore, adeguata a parlare d'una professione, di un mestiere (e perciò comparabile all'infinita serie delle sorelle: fare l'infermiere, l'avvocato, la violinista, la dirigente d'azienda, lo spazzino, il manovale, l'interaction designer e così via), si nasconda una locuzione identica quanto a forma ma funzionalmente differente. 
Mirabile risorsa espressiva in virtù della quale, agli Italiani (e all'ironico Carlo Pedersoli) è possibile dire o lasciare intendere che 'tra coloro che, per professione, fanno gli attori, ci sono quelli che sono attori e quelli che fanno gli attori'.
Succede esattamente la stessa cosa per ogni altro mestiere. Per esempio, Apollonio, come sanno e sopportano con compassionevole amorevolezza i suoi cinque lettori, fa il linguista. 

2 commenti:

  1. "oggi il mio capo è stato in fretta convocato
    e come sosia io mi sono presentato
    ma non ho parlato ...
    come ha affermato il magistrato
    Io dell'affare ve lo giuro non so niente
    io faccio il sosia mica sono il PRESIDENTE"
    Antonello Venditti, Il sosia

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  2. Apollonio Discolo4/5/15 18:58

    Grazie, gentile Lettore o Lettrice senza nome. Le canzonette aiutano spesso. Fare il sosia, in questo testo, è tuttavia un costrutto che, in compagnia di un suo sodale, l'alter ego di Apollonio chiamò, analizzandone le proprietà sintattiche, "FareLavoro" e poi, in uno sviluppo personale, "FareNegotium". Quel tremendo "negotium" illustrato da un bel film di Akira Kurosawa (magari lo ricorda): Kagemusha, il cui fascino viene però proprio dal raccontare una storia in cui appunto collassano tre diversi costrutti cui, in italiano, questo bizzarro e proteiforme fare dà il suo contributo: appunto "FareNegotium", poi "FarePersona" (che è interpretare un ruolo come attore) e, infine, "FareHabitus" (che è atteggiarsi a, simulare d'essere). Vede quante cose? Ad Apollonio paiono belle e, di natura semplice e futile come è, ci si diverte e finisce persino per perdervisi.

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