Comunque fosse andata, quella scoscesa sciara nera di lava erosa e antica dove tutto giacque sbriciolato per esservisi schiantato a una velocità oltraggiosa della fralezza umana divenne immagine esemplare.
Per chi, modicamente consapevole della storia, volle intenderla, essa fu l'emblema del destino che - tabe ripercossa ma tutt'altro che debellata - lo spirito nichilista, al tempo stesso lucido e stupido, di una moderna identità culturale europea continuava a proporre a se stesso.
Non un destino solitario, però. Un destino collettivo da compiere una volta che quello spirito, con la violenza o con l'inganno, si fosse fatto guida totalitaria di una folla di innocenti, macchiati ai suoi occhi dalla più grande delle colpe: quella di volere continuare a vivere, con la loro intelligenza umanamente ignara.
La colpa insomma di non condividere il cupio dissolvi che, nel momento stesso in cui, disfatte le differenze, tutto s'era fatto equivalente a nulla, si era prospettato come il solo desiderio ormai concepibile allo spirito nichilista di un'identità culturale europea tanto spaventosamente lucida quanto ridicolmente stupida.
La colpa insomma di non condividere il cupio dissolvi che, nel momento stesso in cui, disfatte le differenze, tutto s'era fatto equivalente a nulla, si era prospettato come il solo desiderio ormai concepibile allo spirito nichilista di un'identità culturale europea tanto spaventosamente lucida quanto ridicolmente stupida.
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