Italo Calvino: in funzione della sua vicenda umana, tra Santiago de las Vegas e Siena c'è una parabola che va da un valore alto a uno basso o nullo.
Il luogo di nascita di Calvino irraggiò aspetti crucialmente sistematici della sua vita e della sua opera. Quello di morte ingoiò l'una e l'altra come il foro oscuro di un accidente: una città come un'altra (e ci sarebbe da stupirsi se Siena ne menasse vanto).
Non va sempre così. Non era andata così, per esempio, dieci anni prima per Pier Paolo Pasolini, per il quale fu il necessario luogo della morte più di quello della nascita, accidentale, a parere coerente col palese ordine sistematico di opera e vita. Morire ad Ostia, quanto a Pasolini, ebbe più significato d'esser nato a Bologna.
Luogo di nascita e di morte furono infine ambedue strettamente convenienti al sistema di Leonardo Sciascia, dei tre, il primo a venire al mondo, l'ultimo a lasciarlo. A un'inderogabile Racalmuto fece da specchio non la Parigi immaginaria ma l'inevitabile Palermo.
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