Il Meridiano consacrato ad Alberto Arbasino è corredato da una Cronologia. A tale Cronologia, l'autore ha apposto una premessa e l'ha chiusa con questa sorta di epochè: "(Più recentemente, masse di innumerevoli intellettualini in coppiette e famigliuole e "ruoli" sempre in crisi e in serie intimistica, fra divani-letto e angoli-cottura e posti-motorino e passeggini per pupi o paparini standard e uffici intercambiabili con capi e problemi e dialoghi comunque sostituibili, mai certamente imperdibili.)"
Nel passo, il "più recentemente" è naturalmente l'oggi o l'appena ieri che oggi si va confermando e, più che sospeso, il giudizio sull'oggi vi è camuffato ma trasparente. Esso è affidato a forme alterate diminutive (mere o simulate che siano): coppiette, famigliuole, motorino, passeggini, paparini.
Tutte forme dell'uso comune e ormai quasi autonome come parole, a fare da corte alla sola, intellettualini, in cui il diminutivo, come esplicita scelta d'autore, porta tutto il peso del suo valore e fa da culmine di un nesso privo di determinazione e ricco di assonanze che ne amplificano il senso: masse di innumerevoli intellettualini.
Nel suo valore che fu corrente nel secolo breve e che ebbe i suoi fasti a cavaliere dell'ultima carneficina europea, la parola intellettuale venne alla luce non più di cento venti anni or sono. Essa si è trascinata fino ad oggi per l'inerzia che, come si sa, caratterizza le parole, portando a lungo con sé le connotazioni terribili di stagioni meccaniche ed implacabili ma anche le dolci di una società che, come tutte le privilegiate, fece il sogno d'essere immortale.
La parole continuano a esistere anche quando è scomparso ciò che designano: passano a designare altro, che della continuità del fiato eventualmente si bea (o si danna: di recente, Apollonio ha in proposito segnalato il caso di università).
La parole continuano a esistere anche quando è scomparso ciò che designano: passano a designare altro, che della continuità del fiato eventualmente si bea (o si danna: di recente, Apollonio ha in proposito segnalato il caso di università).
La sensibilità linguistica di Arbasino annuncia che bisognerebbe prendere atto di tale mutamento. La storia della parola intellettuale è a una svolta. Si potrà pure continuare ad adoperarla ma varrà in ogni caso (e fino alla sua eventuale estinzione) solo per il suo diminutivo. Per onestà e per segnalare ai posteri (ammesso lo intendano) che del mutamento qualcuno fu sensibile e non tutti si fu accecati dalle apparenze, sulla scorta di Alberto Arbasino e regolarmente nell'uso sarebbe quindi il caso di cominciare a sostituire intellettuale con il suo diminutivo.
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