"Nessun convegno su di me per i prossimi dieci anni": qualcosa del genere, pretende la stampa, comparirebbe tra le ultime volontà di Umberto Eco.
Ad Apollonio, la morte di Eco non è stata indifferente. Per Eco, egli ha nutrito e nutre (nulla vieta il presente, nel caso specifico) un'ammirazione grande, sebbene distante. Stenta a credere così all'esistenza di una simile affermazione. Stenta a credere che, responsabile di una interpretazione del genere, che va oltre ogni limite, non sia quel modesto lector in fabula cui due lustri sembrano già tanto tempo, quando è in ballo una ponderata misura del valore di un'opera.
"Niente convegni per i prossimi duecento anni" deve avere lasciato scritto Eco, per assicurarsi, con la sua proverbiale ironia, una dimensione adeguata. Apollonio ne è sicuro. Non è così? Nel testamento si parla di dieci anni? Ci sono ottime ragioni per ritenerlo apocrifo.
Ad Apollonio, la morte di Eco non è stata indifferente. Per Eco, egli ha nutrito e nutre (nulla vieta il presente, nel caso specifico) un'ammirazione grande, sebbene distante. Stenta a credere così all'esistenza di una simile affermazione. Stenta a credere che, responsabile di una interpretazione del genere, che va oltre ogni limite, non sia quel modesto lector in fabula cui due lustri sembrano già tanto tempo, quando è in ballo una ponderata misura del valore di un'opera.
"Niente convegni per i prossimi duecento anni" deve avere lasciato scritto Eco, per assicurarsi, con la sua proverbiale ironia, una dimensione adeguata. Apollonio ne è sicuro. Non è così? Nel testamento si parla di dieci anni? Ci sono ottime ragioni per ritenerlo apocrifo.
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