
Apollonio non sa quanto tale corpus serva alla ricerca delle verità processuali (c'è chi dice moltissimo e chi l'esatto opposto, pare, sostenendo che servono soprattutto ai giornali). Per lo sviluppo della ricerca di una lingua al telefono, esso è risorsa che è difficile pensare abbia pari al mondo. Nell'ancora favolosa Cina, forse, potrebbe esserci qualcosa di comparabile: lì tutto, pare, sia sotto controllo, anche la rete: ma trascritto?
Ammesso naturalmente che ci sia qualcuno capace di gestirlo scientificamente, il dono grazioso e provvidenziale di quelle pagine, e non ci anneghi, sommerso dalla sovrabbondanza. In ogni caso, le premesse perché l'italiano diventi, almeno in qualcosa, la prima lingua al mondo ci sono tutte. Sarebbe un peccato sciuparle: orsù, linguisti italiani, con solerzia, è l'ora di produrre al competente ministero le adeguate richieste di finanziamento, spiegando che, in condizioni come quelle del ricercatore (e del ricercato) italiano, oggi, non c'è nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento