"Dire il niente" credo sia il non andar oltre l'autoasserzione d'un soggetto che intenda comunicare. Per questo basta render udibile o leggibile un lacerto del proprio eloquio interiore, pur informe per l'interazione comunicativa. Il limite di 140 caratteri costringe appunto ad azioni di tale natura. Assimilabile al congegno della vetrina, s'espone senza intento di far conoscere ma solo per generare una suggestione d'idoneità alla soddisfazione d'un bisogno o d'un desiderio; la eventuale (ed indesiderata da chi espone)razionalità d'acquisto richiede altre e più estese nel tempo operazioni interiori e di comunicazione. Brevità da marketing, con quanto ne consegue riguardo all'intento.
Se dire niente è non dire, dire il niente è per dire?
RispondiEliminaBlak
"Dire il niente" credo sia il non andar oltre l'autoasserzione d'un soggetto che intenda comunicare. Per questo basta render udibile o leggibile un lacerto del proprio eloquio interiore, pur informe per l'interazione comunicativa. Il limite di 140 caratteri costringe appunto ad azioni di tale natura. Assimilabile al congegno della vetrina, s'espone senza intento di far conoscere ma solo per generare una suggestione d'idoneità alla soddisfazione d'un bisogno o d'un desiderio; la eventuale (ed indesiderata da chi espone)razionalità d'acquisto richiede altre e più estese nel tempo operazioni interiori e di comunicazione. Brevità da marketing, con quanto ne consegue riguardo all'intento.
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