L'immagine d'origine è di Andrea Camilleri. Scrivere, ricorda Apollonio di avergli sentito dire come allusione alla sua vicenda pubblica di scrittore, è gettare un sasso in un pozzo e, sapendo che la cosa può durare molto a lungo, attenderne il tonfo.
Solo se non si ha però niente altro di meglio da fare, qui si osa aggiungere. Il pozzo in cui, a dire il vero, si getta il proprio sasso non ha fondo. L'attesa, di conseguenza, non avrebbe limiti. Figurarsi quelli, variabili ma in ogni caso a vista, d'una vita.
caro Apollonio, scusandomi per l'ineducato e sbadato tu del mio messaggio precedente, volevo notare assieme a lei che una possibile, ma nel caso malintesa, fonte del Camilleri è reperibile in un detto di Henry Adams di cui non ho mai trovato l'originale ma che ho sentito e letto variamente citato da Giampaolo Dossena: "scrivere un libro e poi pubblicarlo è come allevare un cane, vederlo crescere per poi gettarlo da un ponte in un fiume, per sentire che rumore fa il tonfo". Curioso che Camilleri sia stato un autore lungamente inedito. Forse si è deciso a buttare il suo cane dal ponte quando ha capito che non era in carne e ossa, ma solo un cane di terracotta.
RispondiEliminaPer quanto futile sia il mio commento, spero che valga la fatica che ora farò ad azzeccare il catcha necessario per pubblicarlo (l'arte di indovinare i catcha sta diventando più difficile di quella della soluzione dei rebus).
Un caro saluto
sb
Più di un supplemento, una sorridente ghiottoneria di filologia moderna e intertestuale, che, anche se non fosse vera, sarebbe verisimile. Apollonio Gliene è grato, caro Lettore. E perdoni il suo attaccamento al Lei (tratto della linea editoriale di questo blog), ma il tu tutti ce l'hanno e tutti, di conseguenza, lo danno. Perciò inarrestabile si espande. Custodire il Lei, fosse anche per l'ironica simpatia che ispira Don Chisciotte, non Le parrà dunque, in questo contesto, cosa grave.
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