3 marzo 2023

Italiano al crepuscolo

È ormai prossima al mezzo secolo l'età media di coloro che, popolando lo Stivale e le Isole, si esprimono e comunicano in italiano. 
Stivale e Isole contribuiscono in modo preponderante all'insieme della nazione linguistica italiana. E d'altra parte non c'è area geografica senza progressivo invecchiamento della popolazione e con crescita demografica significativa che abbia l'italiano come lingua corrente. 
Nascono sempre meno esseri umani che dalla balia odono "il volgare del sì" e che, crescendo, l'avranno come lingua nativa. E la grande e crescente maggioranza di coloro che l'hanno ricevuto e l'hanno ancora come tale è più vicina alla fine che all'inizio della propria vita.
Fuori d'ogni aspetto speculativo, pare ad Apollonio che ciò basti a qualificare l'italiano come una lingua già avviata a un'agonia (quanto lunga, chi lo sa?) e a dare una tinta crepuscolare a ogni sua epifania: naturalmente anche alla presente. 
Ciò non esime dall'impegno a provare a procurare al crepuscolo dell'italiano qualche bagliore significativo. In ogni campo in cui valga la pena darlo, come testimonianza.
Fuori di un presente intrinsecamente effimero, non tutto si fa perché abbia un futuro. E chi ha un grande passato, come è appunto il caso della nazione linguistica italiana, ha un debito da onorare con tale passato. Anche, anzi soprattutto nel momento in cui si fa consapevole del fatto che ciò che fa è già passato e non ha futuro.

3 commenti:

  1. Questo è frustolo, il primo, che mi lascia inquieto. Mi chiedo: c'è differenza decisiva fra l'udire il "volgare del sì" fin dalla primissima infanzia piuttosto che un tantino oltre, dalla gente dintorno? La lingua d'Italia prevedibilmente rimarrà qui dominante, a dispetto d'ogni decremento dei nati da Italiani e magari potrà dirsi nativa anche per coloro che non l'hanno udita primariamente dalla balia. M'è capitato d'incontrare non pochi nati da stranieri che si sentono Italiani senza riserve e sentono la lingua d'Italia come propria ab ortu, in piena consapevolezza finanche della specificità regionale. Ancor più quelli della successiva generazione, tendo a credere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Apollonio Discolo31/5/23 08:30

      Apollonio si premura di rassicurare il Lettore senza nome (dice "inquieto" e ciò giustifica il maschile in questa risposta). Il riferimento del frustolo a chi avrà udito una varietà del volgare del sì dalla balia è metonimico e mira a cogliere una marcatezza: il nocciolo. Anche Apollonio ha esperienza di italofoni non nativi cui l'italofonia è intima. Per celia (ma quanto?), si spingerebbe a dire, per primo, lui medesimo... Ma fuori dello scherzo, pare che nemmeno i benvenuti apporti basteranno a porre riparo a un declino demografico e, correlativamente, linguistico ormai segnato. Molti e molte di coloro che arrivano ci mettono poco a capire che non vale la pena restare e passano dallo Stivale come fosse un ponte (ciò che, a ben vedere, esso è, geograficamente) e, tra decessi ed espatrii, il bilancio è stabilmente in rosso. Apollonio, grato, vorrebbe condividere lo spirito dell'ottimista Lettore, ma legge proprio in questi giorni del gran numero di scuole che sono già state chiuse, per mancanza di alunni e di alunne, da qualunque parte provengano, e del numero ancora maggiore che in un futuro non lontano lo saranno. Gli risulta difficile non vedere in tutto ciò i segni inequivocabili di un crepuscolo.

      Elimina
    2. E' una di quelle evenienze, in effetti, in cui l'elemento della quantità appare decisivo.

      Elimina