"Solo ministri tecnici per il Professore", "E Pier Luigi avverte il Professore...", "Nei giorni della Grande Crisi...": tra le antonomasie che compaiono in questi giorni nella comunicazione pubblica alcune sono fresche, come, messo lì a giganteggiare, "lo Spread". Altre sono riciclate. In esordio, se ne sono menzionate un paio, tratte dalla stampa quotidiana.
Il Professore, pochi anni fa, era un altro. L'Italia è sempre stata piena di professori, del resto, e i candidati alla relativa antonomasia son legioni. D'altra parte, dopo la Grande Crisi, la Grande Crisi è sempre, come della guerra diceva il Greco della Tregua (la memoria tradisce Apollonio?).
Il Professore, pochi anni fa, era un altro. L'Italia è sempre stata piena di professori, del resto, e i candidati alla relativa antonomasia son legioni. D'altra parte, dopo la Grande Crisi, la Grande Crisi è sempre, come della guerra diceva il Greco della Tregua (la memoria tradisce Apollonio?).
Gli ambientalisti della parola saranno felici: mai gettare tra i rifiuti un'antonomasia. Alcune si degradano lentamente e restano molto inquinanti, talvolta per millenni (ma non sarà questo il caso di quelle qui in questione, per fortuna). Ripulita, un'antonomasia già usata si presta ancora ottimamente ai suoi scopi.
Ecco dunque i primi effetti delle annunciate misure di risparmio. Della fantasia e dell'intelligenza.
Ecco dunque i primi effetti delle annunciate misure di risparmio. Della fantasia e dell'intelligenza.
Which came first? chicken or the egg
RispondiEliminaEvidentemente il potere a Roma, nei secoli, ama le antonomasie: il Cesare, il Papa, il papi e il Professore.
RispondiEliminaBlak
Non comprendo il motivo per cui la voce di Mordo Nahum finisca per rimanere sempre poco percepibile e per lo più impercepita, specie quando appare più chiaro che "il mondo intorno a noi sembra(va) ritornato al Caos primigenio, e brulica(va) di esemplari umani scaleni, difettivi, abnormi; e ciascuno di essi si agita(va), in moti ciechi o deliberati, in ricerca affannosa della propria sede, della propria sfera". Mi sembra che la risposta debba cercarsi nella lingua, una sorta di automatismo sistemico, un qualche calcolo di cui i parlanti restano inconsapevoli che tende ad obliterare il caos, a non ammetterlo, a mobilitare risorse, fra cui l'antonomasia come disvela qui Apollonio, per confinarlo fra gli eventi abnormi e perciò momentanei, secondo quanto si racconta odiernamente della "grande crisi". Magari la questione è inconsistente o superflua. In questa eventualità, sarebbe comunque utile a snidare un briciolo ulteriore della mia propria stupidità, inestimabile fra i benefici che traggo dalla frequentazione di questo blog.
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