28 gennaio 2022

Indirizzi di metodo, per giovani che non ne necessitano (30): Il dominio ineluttabile del caso


 

 

Metterci un po' di ironico impegno, di cura coscienziosa e di amorevole attenzione è il miglior modo per trovare tollerabile la constatazione, cruda, matura, necessaria, che tutto ciò che si fa, si ha, si è sta sotto il dominio ineluttabile del caso.

10 commenti:

  1. A parziale revisione potrei dire che il caso bisogna anche saperlo intercettare

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    1. Apollonio Discolo30/1/22 15:03

      E se il sapere intercettare il caso (che nel frustolo è inoltre vox media) fosse anch'esso soggetto al dominio ineluttabile del caso? Tale sembra in verità ad Apollonio ogni eventuale capacità umana. Qui si resta, gentile Lettore, all'ironico impegno, alla cura coscienziosa e all'amorevole attenzione (ed è forse già troppo, come fiducia nelle attitudini umane) e si dubita della Sua proposta di revisione, meritevole in ogni caso di gratitudine, come prova di attenzione.

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  2. “Il dominio ineluttabile del caso” è espressione quanto mai sintetice che va declinata. Solo per rimaner tra i casi di casa nostra, se fosse nominativo, ognuno avrebbe il suo. Ma più spesso ci si ritrova sotto il fardello di più genitivi (se eluttabili o ineluttabili, sarà il caso a dirlo) che ci lasciano in eredità un immenso dativo di cui spesso non cogliamo la bontà. E tra i lasciti del quale, posson ritrovarsi per caso brandelli causativi di forti mestizie (altri pensan si tratti di fantasmi accusativi). In questo caso, è il caso a ricorrere al salvifico vocativo. E sarebbe un altro caso, l’unico forse, a poter venire in soccorso: una sorta di deus ex machina, non dico superlativo o risolutivo, ma almeno un poco ablativo di qualche peso così da declinare parte delle responsabilità all’indeclinabile caso.
    Giunti a questo caso, non si può non convenire con la saggezza di una puerile filastrocca:
    mattone su mattone viene su un grande caso,
    che fatica, che fatica che si fa!
    Perché?

    Autori
    I fratelli Caso:
    Il. Caso sr.
    Del. Caso
    Al. Caso
    Il. Caso jr.
    O. Caso
    Dal. Caso

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    1. Apollonio Discolo31/1/22 16:40

      Apollonio è grato al Lettore o alla Lettrice senza nome per l'acuta integrazione che l'ha fatto sorridere e riflettere. Gli o Le ricorda d'altra parte che sulla qualità di caso del vocativo c'è da discutere (e forse perciò nel Suo elenco compare come "salvifico"). E si dice d'altra parte fortunato del fatto che la lista dei casi utile al commento, sagacemente canzonatorio, sia quella latina, breve e famigliare e non, per nominarne un paio a caso tra quelle del Caucaso, l'àvara o la lesga (così il buon vecchio Tagliavini), ricche di quelle specificazioni per il 'moto a luogo' che rendono molto preciso l'atto linguistico di mandare a quel paese qualcuno a caso. Poco adatto per illustrare le proprietà del caso è invece il pur prossimo abcaso (o abchazo, sempre secondo Tagliavini) che non fa caso, dal momento che, dicono i repertori, non ha casi. Mancando il caso, tuttavia, fa difetto anche la necessità e, sul baratro del caos, le lingue (forse non solo le lingue), caso per caso, si aggrappano a un ordine e non lo fanno a casaccio.

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  3. Mi piacerebbe molto caro Dìscolo utilizzare quest'ultimo e il precedente frustolo ad esergo del mio blog(sa nella pagina di apertura le frasette in alto a destra accanto alla foto di Firenze). Mi dirà se vorrà. D'Ascola

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    1. Apollonio Discolo1/2/22 14:33

      È molto onorevole per Apollonio il riuso che si propone di fare delle sue sortite l'amichevole Lettore e Collega Blogger. Ed è per lui una confortante conferma di avere dato voce con esse a intuizioni condivise.

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  4. A riflettere poi sul perché il dominio ineluttabile del caso non piaccia ed intense resistenze puntualmente compaiono a riconoscerne la pervasività, si finisce per smarrire la magnifica leggerezza del frustolo, l'aggirarsi elegantemente nei dintorni dell'abisso del problema della causalità, senza degnarlo d'uno sguardo.

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    1. Apollonio Discolo21/8/22 16:53

      Chissà perché solo adesso ad Apollonio capita di diventare consapevole di questo intervento. Forse perché la causalità è appunto un abisso e il caso s'incarica anche in queste minuzie di affermare il proprio dominio. Al Lettore amichevole che da molti, molti anni commenta con tanta generosità i suoi frustoli Apollonio rivolge la preghiera di continuare a fargli compagnia.

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