Il caso è minuscolo (e inoffensivo) ma capita appunto in questi giorni di leggere in rete uno scritto sul film di Garrone che, in un passaggio, si esprime così: "È questo l'intento da cui muove Io, capitano, il film di Matteo Garrone". E in modo simile si vede evocato il titolo qui e là, non solo in rete.
L'opera ha per titolo io Capitano, senza virgola. Caso mai si nutrissero dubbi, lo testimonia l'immagine che accompagna questo frustolo. E se le risorse grafiche messe a disposizione da questa piattaforma non consentono, riproducendolo, l'uso contrastivo di maiuscoletto e maiuscolo, tollererà chi legge che qui si faccia ricorso al contrasto, non troppo dissimile, tra minuscolo e maiuscolo.
La questione è del resto ben lungi dall'essere meramente grafica, dal momento che le scelte grafiche della locandina sono effetto di una trasduzione, per dirlo con una metafora, di valori sintattici.
Il rapporto tra il pronome di prima persona (così importante, come si è detto nel frustolo precedente, per intendere la ratio narrativa picaresca del film) e il nome che l'accompagna è infatti quello che passa tra soggetto e predicato nominale.
In altre parole, se il costrutto fosse completo di verbo e il nome corredato da un articolo, invece di presentarsi come una secca frase nominale (a rappresentare la competenza elementare che il protagonista ha dell'italiano), il verbo sarebbe una copula e l'insieme suonerebbe come "io [sono il] Capitano". Proprio ciò che urla Seydou sul finire del film, rivendicando la sua paradossale missione di "scafista", cioè di soggetto dell'evento finale, se non principale della sua avventura, vista nel suo sviluppo narrativo.
"Io, capitano", con la virgola, varrebbe altro: "capitano" non sarebbe predicato, ma apposizione (per dirlo con la terminologia grammaticale tradizionale). In termini funzionali, sarebbe insomma una sorta di attributo di un Io maiuscolo non solo nella resa grafica, come lasciano intendere coloro che citano il titolo scorrettamente. Insomma, una prospettiva statica e non processuale.
Le bon Dieu (o, se si preferisce l'altra versione, le Diable) est dans le détail. E Apollonio può dare così prova ai suoi due lettori, eventualmente preoccupati di un'improbabile deriva verso la serietà di questo vano diario, che, al Cielo piacendo, il loro vecchio sodale non è cambiato e continua imperterrito a occuparsi di virgole.
Le virgole, davvero importanti.
RispondiEliminaIl suo sempre affezionato lettore
Mauro Lena
Ollallà!
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