12 maggio 2024

Lingua loro (47): "Venti ventiquattro"


In italiano, calcolo e denominazione degli anni dell'Era cristiana si facevano e ancora capita si facciano con l'uso di un numerale cardinale che vede menzionate, nell'ordine, le migliaia (ove presenti), le centinaia (ove presenti), le decine (ove presenti) e le unità. Per es., duemila ventiquattro, per dire dell'anno in corso, cioè due migliaia, zero centinaia, due decine e quattro unità. Con la lettura dell'orologio, modo appreso da generazioni alla scuola primaria. 
Fino a qualche anno fa, tale uso vigeva incontrastato, se non unico. Ma gli usi linguistici cambiano, anche quelli che nessuno si aspetta lo facciano. Oggi, a dire che l'anno prossimo sarà il duemila venticinque, e non il venti venticinque, in certi ambienti si rischia di essere tenuti per retrogradi (cosa che è un bel paradosso, a pensarci bene). L'uso che si è illustrato è ormai antiquato. 
Apollonio non pretende di dire cosa nuova a chi legge: è impossibile non abbia già notato che un uso diverso è venuto a fare concorrenza al vecchio. Qui, per esempio, una pertinente consulenza dell'Accademia della Crusca, con opportuni rinvii ai percorsi che esso ha probabilmente compiuto.
Secondo il nuovo uso, il numero va allora scorporato in due blocchi di due cifre. A ciascun blocco, come se esso fosse indipendente, assegna poi il relativo numerale cardinale. Ne sortisce una sequenza che denomina, una prima volta, decine e le unità, per poi farlo una seconda volta. Duemila ventiquattro diventa in tal modo venti (due decine, zero unità) ventiquattro (due decine, quattro unità). Nel nuovo uso vanno al diavolo migliaia e centinaia, nel computo e nella denominazione degli anni.
Dire donde venga l'uso e l'innovazione è ridondante: viene donde vengono ormai da un bel po' tante innovazioni linguistiche e culturali. Da quanti anni l'umile Va bene ha dovuto cedere il passo all'invadente e ormai onnipresente okey. Lagnarsene sarebbe da stupidi. 
E del resto chi non ha un blue jeans nel suo guardaroba? Chi non ha una T-shirt? Possibile che, da qui a qualche tempo, il modello di venti ventiquattro diventerà la norma e quando in un documento come questo si troverà scritto duemila ventiquattro lo si terrà come indizio di una lingua del passato. Ma oggi vale forse la pena di dire cosa la novità lascia trasparire, al di là dell'ovvio e dell'erudito. 
Lo scorporo del numero a quattro cifre nella composizione di un numero di due blocchi di due cifre ha l'aria di iscriversi nella tendenza a rendere tutto smart: venti ventiquattro suona indubbiamente più svelto e quindi più alla moda del suo vecchio concorrente. 
Ma anche nella fonte linguistica da cui l'uso è sgorgato, al di là degli accidenti della parole e dal punto di vista del sistema, esso s'è forse imposto per la cruda necessità espressiva di una semplificazione concettuale e di una riduzione del carico mnemonico: meno sintagmatica e meno paradigmatica, insomma. Ha quindi l'aria di essere, in altre parole, elemento di un pidgin. Non il solo indizio (questo, al tempo stesso, minuscolo e macroscopico) di un avanzato e globale processo di pidginizzazione culturale.
Che poi, a dirla tutta e a metterla crudamente sul referenziale, duemila ventiquattro sono gli anni che oggi ci dividono dalla nascita di Cristo; qualsiasi cosa ciascuno pensi dell'avvenimento, non una cosa da nulla nella considerazione di una civiltà: l'elemento che ne dà la misura sull'asse del tempo. 
Venti ventiquattro, santo Cielo, cosa sono? I numeri, le misure, le dimensioni, le taglie di cosa?

[L'immagine da https://www.cdt.ch/opinioni/commenti/benvenuto-sanremo-venti-ventiquattro-341580].

2 commenti:

  1. Non sempre il cambiamento linguistico proposto dai più deve essere accettato . La lingua esprime il pensiero individuale una delle poche libertà concesse a noi poveri mortali.

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    1. Apollonio Discolo13/5/24 08:07

      Il lettore o la lettrice senza nome, che Apollonio ringrazia, ha ragione: il nocciolo della lingua è intimo ed è appunto un nocciolo di libertà che si forgia, nel rapporto con gli altri e le altre, nella direzione di una necessaria conformità, ma si degrada quando diventa conformista. Mantenere la propria espressione conforme al proprio tempo, senza cadere nel conformismo, richiede un costante impegno selettivo.

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