9 maggio 2024

Antonomasie quotidiane (1): "Il Pianeta"


Apollonio non è così vecchio da avere memoria diretta dei tempi in cui un poeta poteva scrivere "...guardai in alto e vidi le sue spalle | vestite già de' raggi del pianeta | che mena dritto altrui per ogni calle", senza che nessuno s'azzardasse a dirgli che il sole non è un pianeta. Tolomeo sbagliava, si sa, e con lui sbagliava Dante, ma si vuole mettere la serenità e la poesia che discendevano dal vivere e dallo scrivere nei tempi millenari del loro splendido errore?
Ma è abbastanza vecchio, Apollonio, da avere fatto esperienza, in evo copernicano, di una temperie in cui pianeta, nome comune (o non-proprio, come vanamente vuole quel pignolo del suo alter ego: qui il riferimento bibliografico), aveva di preferenza ricorrenze da nome comune e, nei casi opportuni, veniva qualificato da un nome proprio: "il pianeta Terra" (oltre che, ovviamente, "il pianeta Venere", "... Giove", "... Saturno" ecc.), cioè 'il pianeta [chiamato] Terra' o 'la [chiamata] Terra'.
Nel discorso pubblico odierno, pianeta ricorre invece, non si vuole dire nella maggioranza dei casi, ma certo in quelli più significativi, in un'antonomasia: "il Pianeta", cioè 'il [chiamato] pianeta' tout court
La Terra è diventata il pianeta per antonomasia e c'è poco da stupirsene: una banalità. Cosa si vuole pensi una specie che, chissà come, si è trovata a farci casa. 
Ma la banalità cela (o rivela a chi sa vederlo) un interessante dato culturale. Lungi dall'essere stato battuto in breccia, l'antropocentrismo, tratto specifico dell'ideologia che soggiaceva alla prospettiva tolemaica e che fu detta molto criticabile anche per questo, è ancora ben presente e, quatto quatto, orienta il modo con cui si pensa e ci si esprime. In altri termini, l'antropocentrismo ha solo subito una metamorfosi, che lo ha opportunamente camuffato. Si è adattato al nuovo ambiente, in cui non c'è ideologia che non circoli in maschera, e c'è da dubitare l'adattamento l'abbia ideologicamente indebolito. 
A sentire evocare tanto frequentemente e con tanta enfasi l'antonomasia "il Pianeta" (con le migliori intenzioni, ci si intenda, ma fosse con le peggiori poco cambierebbe), c'è quasi la certezza che l'antropocentrismo, se era un morbo del pensiero, si sia aggravato: una tabe dai sintomi non più facilmente riconoscibili.

1 commento:

  1. Ma perché l'antropocentrismo dovrebbe essere battuto in breccia? L'homo sapiens non è (non sarà mai?) abbastanza sapiens da farlo

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