30 settembre 2006

Bolle d'alea (2): Genette

"J'ai oublié qui disait, et à propos de qui: «Méfiez-vous de ce type, il croit tout ce qu'il dit»".

Gérard Genette, Bardadrac, Seuil, Paris 2006, p. 412

29 settembre 2006

Mirabilia del Pensiero (1), ovvero...

...divulgate, divulgate. Qualcosa resterà!

 "La logica è lo studio del logos: cioè, del pensiero e del linguaggio. O meglio, del pensiero come esso si esprime attraverso il linguaggio. Il che significa che, per capire la logica, bisogna anzitutto cominciare a capire il linguaggio, che almeno nelle sue versioni indoeuropee si basa su una tripartizione delle parole in tre categorie fondamentali: i sostantivi, gli aggettivi e i verbi, che servono a indicare oggetti, proprietà e azioni (0 stati), come nella frase «l'homo sapiens parla». Ciascuna categoria corrisponde a un particolare modo di guardare e vedere il mondo, e ha dato origine a generi letterari complementari: l'epica, la lirica e il dramma, che si concentrano rispettivamente sui personaggi, i sentimenti e gli eventi.
Vedere il mondo sotto la specie degli oggetti, delle proprietà o delle azioni vuol dire osservare da un punto di vista significativo ma parziale ciò che ci circonda, e determinare la natura della descrizione della realtà. I bambini, ad esempio, hanno più facilità a distinguere gli oggetti che le azioni, e imparano più facilmente i sostantivi che i verbi. E in parte questa attitudine permane anche negli adulti, visto che le lingue parlate moderne hanno in genere molti più sostantivi che verbi. In altre parole, il mondo ci appare oggi più «naturale» come insieme di cose che come insieme di eventi, benché non sia sempre stato così: ad esempio, nel greco antico era vero il contrario, e i nomi erano in gran parte derivati verbali.
Analogamente, in genere nelle lingue il singolare è più frequente del plurale: ciò significa che riconosciamo più facilmente gli individui che non le specie e i generi, o gli insiemi. E il plurale generico è più frequente di quello specifico (duale per le coppie, triale per le terne, eccetera): ciò significa che riconosciamo tanto più facilmente le specie e i generi, o gli insiemi, che i loro tipi cardinali.
Ovviamente, non per ogni oggetto c'è un nome, o per ogni proprietà un aggettivo, o per ogni azione un verbo. Anzi, è vero il contrario: soltanto pochissimi oggetti, proprietà e azioni ricevono la nostra attenzione, e vengono battezzati con una parola. Gli altri dobbiamo farli rientrare in quelli, con un processo di approssimazione che spesso diventa una semplificazione della complessità della realtà. Ma senza semplificazione non ci sarebbero l'astrazione e il pensiero: ad esempio, ogni uomo rimarrebbe un individuo a sé stante, e non arriveremmo mai alla concezione dell'umanità.
Il problema principale che il linguaggio e il pensiero devono risolvere è dunque di riuscire a mediare tra gli eccessi di proliferazione e di semplificazione del vocabolario: troppe parole rendono la comunicazione difficile, e troppo poche la banalizzano.
Per questo i bambini che hanno ancora un lessico troppo limitato ci fanno spesso sorridere, così come ci fanno ridere quegli adulti, dai filosofi agli avvocati, che si pavoneggiano invece con uno troppo complicato. E uno degli scopi della logica, forse il più salutare, è proprio quello di sviluppare strumenti sufficienti a farci ridere di una buona parte delle sedicenti «argomentazioni» dei nostri simili, mostrandoci le une e gli altri nella loro infantile ingenuità.
Perché il linguaggio è una tecnologia, e come tale può essere usato o abusato. Infatti, ogni parola è letteralmente una parabola: essendo «messa a fianco» o «in parallelo» alla realtà, essa va interpretata e compresa, e si presta dunque a essere fraintesa. Ad esempio, le stesse parole che ci permettono di cogliere l'essenza del mondo fisico possono anche illuderci di percepire la presenza di un mondo metafisico: prime fra tutte, le abusate parole «spirito» e «anima»..."

Piergiorgio Odifreddi, "Analisi logica dell'anima", La Repubblica 29 settembre 2006, p. 61 [cioè il paginone la cui intestazione intona a gran voce: Cultura. Un trafiletto a margine informa il lettore: "Una conferenza sul 'logos'. L'idea è quella di chiedere a chi per una vita si è occupato di un argomento di condensare in un'ora alcuni elementi chiave da offrire a un pubblico di non specialisti. Il ciclo organizzato dall'editore Luca Sossella, si è inaugurato ieri all'Auditorium di Roma con la conferenza di Piergiorgio Odifreddi 'Che cos'è la logica' di cui pubblichiamo qui una sintesi..."].
Per notizie sull'autore o, come rivela l'indirizzo, sul
"personaggio".