"Ci sono questioni di straordinario interesse generale sulle quali sembra ozioso fare indagini sul comportamento della stampa. Voglio dire che è abbastanza inutile fare ricerche per sapere quello che si sa già".
Apollonio trova tra suoi appunti della fine degli anni Settanta del secolo scorso queste parole di Umberto Eco, tratte non sa da dove. Ragionevolmente, da uno degli scritti effimeri e militanti che il filosofo alessandrino disseminava in quegli anni nelle sedi più varie.
Ampliando lo sguardo al di là della "stampa" propriamente detta, come è oggi ovvio e necessario si faccia, sono parole adattissime alla presente temperie, pare appunto ad Apollonio. In giro, c'è un mucchio di gente che, vantando dottrina metalinguistica, si affanna a fare sapere al colto pubblico e all'inclita guarnigione ciò che il colto e l'inclita appunto già sanno.
«"E allora?" disse [l'editore] Garamond. "Vorrà vendere ai lettori qualcosa che ignorano? Occorre che i libri di Iside Svelata parlino esattamente delle stesse cose di cui parlano gli altri. Si confermano tra loro, dunque sono veri. Diffidate dall'originalità."» (Il pendolo di Foucault, p. 307)
RispondiElimina«"Si mette la bella bizzarria e poi nella didascalia si dice che è falsa. Intanto c'è, e il lettore si appassiona, perché vede che anche i grandi uomini sragionavano come lui."» (Il pendolo di Foucault, p. 286, è sempre l'editore che parla)
Apollonio Le è grato del conforto, gentile Lettore o Lettrice senza nome.
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