Confida ad Apollonio il suo
alter ego di avere remore ad associarsi ai dolenti accenti che sente spesseggiare sopra la qualità dei giovani e delle giovani che frequentano oggi i più alti livelli dell'istruzione nazionale.
Si astiene dal farlo anche perché trova che accenti simili, eventualmente sotto la comica forma di amaro dileggio, si estenderebbero anche a coloro che frequentano quei livelli da docenti. Come per i discenti, ovviamente il giudizio comporterebbe eccezioni, valendo solo ut in pluribus, per dirla con una formula del latino universitario medioevale.
A determinare il suo silenzio in proposito è dunque la considerazione che, siano come siano, docenti e discenti sono semplicemente conformi tra loro e conformi al loro ambiente. Si e gli corrispondono e vi si equilibrano per osmosi, com'è sempre stato. D'altra parte, si potrebbe altrimenti?