19 agosto 2025

Trucioli di critica linguistica (26): "Buffet" e "bouffet", coppia minima nel "Gattopardo"

Per designare apparentemente la medesima cosa, nel Gattopardo ci sono due allotropi. Uno graficamente corretto: buffet. E uno no: bouffet. Ha due ricorrenze il primo; ne ha una il secondo. A breve distanza l'una dall'altra, si trovano tutte nella Parte VI del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Nell'ordine, eccole e, brevemente, ecco i loro contesti di apparizione: 

"«Maria! Maria!» esclamavano perpetuamente quelle povere figliole. «Maria! che bella casa» «Maria! che bell'uomo è il colonnello Pallavicino» «Maria! mi fanno male i piedi!» «Maria! che fame che ho! quando si apre il 'bouffet'?»". 

"[Fabrizio] aspettò un momento che i ragazzi [Tancredi e Angelica] si allontanassero, poi entrò anche lui nella sala del buffet". 

"Nella sala del buffet, vuota, vi erano soltanto piatti smantellati, bicchieri con un dito di vino che i camerieri bevevano in fretta guardandosi attorno. La luce dell'alba si insinuava dai giunti delle imposte, plebea".

Svista di uno scrittore della domenica, come Lampedusa fu (ed è ancora) considerato? Così pensò forse Giorgio Bassani che corresse bouffet con buffet, nella versione del romanzo che curò e che vinse lo Strega nel 1959. 
Dal 1967 - dopo un polemico intervento in proposito di Carlo Muscetta - si legge però Il Gattopardo in una "edizione conforme al manoscritto del 1957", estremo testimone della volontà dell'autore. Le due grafie, nei luoghi differenti, sono state ripristinate di conseguenza. E, fuori dell'ipotesi che, per una, si tratti di un errore, c'è da chiedersi se la loro differenza abbia una ratio, nel sistema del libro.
La risposta è positiva, come per altri minuscoli dettagli della costruzione linguistica del romanzo. Il realismo del Gattopardo è maniacale. È soprattutto tale quando vi si esprime la sua fondamentale vena sardonica, che, va osservato, finisce per avere sempre tra i suoi bersagli anche il principe di Salina, come personaggio più esposto.
Buffet ricorre pianamente nella narrazione. In una mimesi del discorso diretto e, peraltro, tra virgolette, bouffet rappresenta invece l'esito che il prestito francese buffet ha sulle labbra delle "ragazzine incredibilmente basse, inverosimilmente olivastre, insopportabilmente ciangottanti" che, nel novembre del 1862, riempivano i salotti della nobiltà palermitana. Eccole sulla scena:
 
"Più [Fabrizio] le vedeva e più s'irritava; la sua mente condizionata dalle lunghe solitudini e dai pensieri astratti, finì a un dato momento, mentre passava per una lunga galleria sul [si osservi] pouf centrale della quale si era riunita una numerosa colonia di quelle creature, col procurargli una specie di allucinazione: gli sembrava di essere il guardiano di un giardino zoologico posto a sorvegliare un centinaio di scimmiette: si aspettava di vederla a un tratto arrampicarsi sui lampadari e da lì, sospese per le code, dondolarsi esibendo i deretani e lanciando gusci di nocciola, stridori e digrignamenti sui pacifici visitatori. 
Strano a dirsi fu una sensazione religiosa ad estraniarlo da quella visione zoologica: infatti dal gruppo di bertucce crinolinate si alzava una monotona continua invocazione sacra: «Maria! Maria!» [e quel che segue e si è già citato]. Il nome della Vergine, invocato da quel coro virgineo riempiva la galleria e di nuovo cambiava le scimmiette in donne, perché non risultava ancora che i [si osservi] ouistiti delle foreste brasiliane si fossero convertiti al Cattolicesimo".

Buffet [by'fɛ] e bouffet [bu'fɛ] sono una coppia minima, nel romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Fuori di ogni semantica referenziale e per via del sistema che sostanzia e sostiene il testo, la differenza di signifiant vi si correla in effetti a una differenza di signifié. E, dalla prospettiva di una critica linguistica, nella langue narrativa del Gattopardo, che non è banalmente l'italiano, /y/ e /u/ sono fonemi. 

7 commenti:

  1. Il "bouffet" della abbuffata....! Merci pour votre magnifique essai!

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    1. Apollonio Discolo19/8/25 10:58

      Corrélation du plus grand intérêt, cher lecteur ou chère lectrice anonyme. Et merci pour votre avis flatteur.

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  2. Ich danke Ihnen! Gratias tibi ago!

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  3. Σ᾽ευχαριστώ, αγαπητέ μου φίλε, γιά τα ακριβή σου λόγια !

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    1. Apollonio Discolo19/8/25 17:16

      Astenendosi dal millantare competenze che non ha (oggi non mancano i mezzi per farlo, ma a qual pro, se non per vanità?), Apollonio ringrazia a sua volta il Lettore o la Lettrice che gli testimonia la sua anonima amicizia.

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  4. Più (sommessamente) terra terra: "buffet" è come è nella testa di don Fabrizio, "bouffet" ne è la versione (interpretazione?) "ouistiti"

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    1. Apollonio Discolo21/8/25 10:31

      Non "terra terra", sagace Lettore o Lettrice senza nome, ma, se fosse possibile dirlo, cielo cielo. Terra terra è scrivere di fonemi, di coppia minima, di sistema e così via. Come fa Apollonio, che, con i suoi modi meccanici, prova a mostrare come la cosa che Lei dice si faccia nel concreto processo testuale. Grazie dunque di avere sollevato il discorso, con la sua sintesi aerea, dal crudo tecnicismo in cui giaceva.

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