Chi ha violato le operose sedi delle aziende di import-export per impadronirsi con dolo di sdoganare? Chi ha poi traviato quel povero verbo? Chi lo ha strappato, incolpevole, dalla vita tranquilla e riservata che gli assicurava l'appartenenza a un lessico specialistico? Chi s'è fatto untore di questo ennesimo metaforico mal francese? Chi ha messo sdoganare sulla bocca di tutta questa gente di mondo che, sempre per nobilissimi motivi e con l'aria bacchettona di chi vuole fare a tutti i costi l'originale, condisce con parolacce le arringhe agli scolaretti, rivisita deliri ideologici, pratica funeste riesumazioni assistite, amoreggia coi tiranni più sanguinari e coi più sanguinari dei loro assassini, sorseggia vini rossi sul pesce, esibisce mutande, elogia prose stomachevoli sulle gazzette, fomenta le volgarità politicamente corrette di guitte cimiteriali, stordisce gli avventori con chiacchiere molecolari, esalta sfregi paesaggistici e dissemina infestanti lauree honoris causa?
Insomma, chi ha sdoganato sdoganare?
Quanto lontano o, forse più esattamente, quanto in profondità può condurre l'allegoria! Questo frustolo lo rivela con somma chiarezza.
RispondiEliminaTommaso d'Aquino sognava di potervi vedere il volto di Dio con mezzi razionali. Dopo de Saussure si sa almeno che le cose sono ben più complicate, riguardo a Dio.
Ma qui Apollonio dimostra che lo scandaglio è efficacissimo allorquando sia lanciato nel torbido dei regni di questo mondo, di cui si conosce e si riconosce sempre il dominus.
Lei ha un gran dono: una comicità inconsapevole.
RispondiEliminaUn buffo teologo ignaro di sé è insomma Apollonio, per i due lettori, che si tengano così da lui ringraziati dell'ironica generosità dei loro commenti.
RispondiEliminaMi scuso per la poca chiarezza. Sono convinto, sulle orme di Simone Weil, che dietro tutta la scienza occidentale e senza eccezioni da Pitagora in poi, vi sia la ricerca dell'assoluto come ansia motivante, cioè proprio di quello che il metodo scientifico, connotato in fondo solo dalla coscienza della caducabilità dei risultati, deve negare ad ogni passo. Ben altra cosa è un teologo, fenomeno non riproducibile di tempi decorsi. Apollonio, a mio modesto parere, condivide neppure troppo nascostamente quest'ansia della scienza e da persona seria afferma condivisibilmente soltanto che non vi è modo d'escludere l'assoluto dal novero del possibile.
RispondiEliminaLa notazione di comicità involontaria dell'altro lettore era di certo rivolta a me, e ringrazio: magari l'esserne consapevole mi aiuterà ad occultarla almeno un pò, qualora mi occorra.
Ella si sbaglia. In me non c'è nulla di generoso.
RispondiEliminaLei non pubblica le repliche...
RispondiEliminaSarà mai impopolar censura?
(v. art. 28 Statuto 4.3.1848)
Ecco perché non ci son commenti alle Sue perle di inconsapevole comicità.
Capita ad Apollonio di assentarsi un momento, impaziente e pugnace Lettore/Lettrice d'ignoto nome. A essere sinceri, il sospetto d'essere inconsapevolmente comico ha sempre albergato nello spirito di Apollonio, insieme con la certezza della sua ignoranza. I Suoi commenti giungono allora confermativi e dirimenti. E generosi. A quanto pare, senza che Lei ne abbia consapevolezza: quindi di ancora più meritevole generosità. Non fosse altro, perché dicono del tempo trascorso a leggere e a commentare, senza volgarità, le buffe sciocchezze di Apollonio, su cui deve evidentemente avere riflettuto. Per un blogger, mi dica, conosce regalo maggiore? Di conseguenza, di nuovo grazie.
RispondiEliminaE aggiunge generosità a generosità anche la replica del Lettore che ha un nome. Anzi tre. Cui, con la consueta discola simpatia, Apollonio chiede ancora se il troppo non stroppi. Sono e siamo (noi non-inclusivo) frustoli, destinati rapidamente e fortunatamente al quotidiano cestino dell'oblio.
RispondiEliminaIl vero blogger non s'assenta: è sempre sul pezzo.
RispondiEliminaDilettante allo sbaraglio?
"J'écris de Dieu; je compte sur peu de Lecteurs, e n'aspire qu'à
RispondiEliminaquelques suffrages. Si ces pensées ne plaisent à personne, elles
pourront n'être que mauvaises; mais je le tiens pour détestables, si elles plaisent à tout le monde. "
Non è la declaratio del progetto d'Apollonio, ma, com'è noto, un frustolo di Denis Diderot. Sono certo che Apollonio mai ha elaborato un qualche progetto del proprio dover essere, piuttosto mi figuro che incontrando questo Diderot vi si sia riconosciuto già così costruito, grazie a forze tanto meravigliose quanto misteriose. Altro che oblio!
Non ho capito una beata fava di niente qui sopra nei commenti, troppo eruditi per me, ma ho capito e apprezzato il pezzo.
RispondiEliminaNon vi (voi inclusivo) sembra che ogni tanto servirebbe seguire un vecchio detto popolare: parla (e scrivi) come mangi?
Stefano
(Spesso lettore quasi mai commentatore)