"Ein jeder, weil er spricht, glaubt, auch über die Sprache sprechen zu können". Ogni volta che inciampa in questa espressione di Goethe, Apollonio non può fare a meno di pensarla appropriata al presente blog e, dunque, al suo caso, esemplare di chi, "siccome parla, crede di poter parlare anche della lingua".
Non può nemmeno fare a meno di pensarla però in una versione sottilmente diversa e che, come können permette, in italiano suonerebbe "...siccome parla, crede di saper parlare anche della lingua".
La capacità di parlare (o di straparlare) della lingua, con piena naturalezza, è infatti concessione mirabile che la lingua fa a tutti coloro che la parlano. Una concessione che, in linea di principio, rende tutti i parlanti eguali, a prescindere da differenze d'indole, d'ingegno, di dottrina.
C'è poi però chi approfitta di tanta munificenza. Usucapito l'effetto della concessione, ne millanta proprietà legittima ed esclusiva e, sdottoreggiando, parla della lingua, supponendo non tanto di poterlo quanto di saperlo fare.
E non risparmierebbe allora Apollonio la tentazione, sacrilega, di inscrivere anche Goethe nel partito degli idioti speciali che, pretendendo di saper parlare della lingua, irridono e spregiano gli idioti ordinari che, come Apollonio, pensano solo di poterlo fare perché parlano. Interviene però a frenarlo la sentenza successiva di quel megalomane, insopportabile ma geniale Besserwisser. Suona "Man darf nur alt werden, um milder zu sein; ich sehe keinen Fehler begehen, den ich nicht auch begangen hätte": "Si può solo diventar vecchi per addolcirsi; non vedo compiere nessun errore che non abbia commesso anch'io".
"Ich habe niemals einen präsumptuoseren Menschen gekannt als mich selbst. (Und dass ich das sage, zeigt schon, dass wahr ist, was ich sage.)"
RispondiEliminaWahrheit?! - Wie dem auch sei...
"Es hört doch jeder nur, was er versteht."