28 dicembre 2024

Lingua nel pallone (9): "il classe 2005", "braccetto", "quinto"

Gergo e terminologia, come si sa, sono intrecciati. E si vive in un'epoca in cui non c'è attività il cui gergo non sia continuamente sollecitato a rinnovarsi dalle incessanti innovazioni della tecnologia, pena l'essere percepita immediatamente come obsoleta. 
Segue ovviamente l'andazzo anche la fantasiosa tecnica calcistica, con correlate innovazioni terminologiche, riflesse e amplificate dalle cronache sportive.
Quinto e braccetto (destro o sinistro) ne sono recenti esempi. 
Già quasi tre lustri or sono Apollonio rivolgeva un pensiero nostalgico alle parole perdute che denominavano i ruoli ancora negli anni della sua infanzia e della sua giovinezza. E un moto di tenerezza gli ha procurato una di queste sere il lapsus, subito corretto, di un telecronista, a commento dell'ingresso in campo di un giocatore nel corso di una partita: "...prende il ruolo di terz... sì di braccetto sinistro".
Quanto al sinonimo quinto c'è da chiedersi (forse uno dei due lettori di questo diario conosce la risposta) come mai si sia appunto passati a derivare da cinque e sia abbandonato tre. Svalutazione? Non è da ieri, d'altra parte, che chi disquisisce di calcio lo fa dando i numeri (cardinali): 3-4-3, 4-5-1...
La lingua nel pallone ha poi messo (momentaneamente) fuori corso sedicenne, diciassettenne, diciottenne, diciannovenne, ventenne, (forse) ventunenne e (anche) ventiduenne. Oltre, pare ad Apollonio non si vada. Quando si tratta di designare calciatori, da presentare come (ancora) giovani, di conseguenza, sottolineandone la verde età, si è imposto il modulo "il classe [anno di nascita]" (ghiotto dal mero punto di vista lessicologico). 
Per altri versi, l'uso olezza in effetti di leva e di caserma, ma si tratta appunto di una questione di età e di gusto. A gente meno anziana di Apollonio, parrà forse neutro e persino grazioso. A chi, come Apollonio, ne percepisce il sentore militaresco, magari senza avere più memoria e consapevolezza che ci furono "i ragazzi del 99", procurerà un gradevole brivido. Così sin dal giovinetto Patroclo di Omero: di certo, "un classe vattelappesca". Uno sport in cui c'è chi vince e c'è chi perde è, come si sa, compiuta allegoria della guerra.   

2 commenti:

  1. Al massimo, i meno anziani ricorderanno il "Bravi ragazzi siamo amici miei noi poeti del 56", che pure ha più di quarant'anni

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    1. Apollonio Discolo1/1/25 22:32

      Versi di Miguel Bosé, se Apollonio non si inganna, Lettore o Lettrice senza nome.

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