Forse è futile l'ininterrotta conversazione con cui l'amore delizia le sue prede ma non quanto il mediocre dialogo con cui s'affliggono i suoi reietti.
Mi chiedo e mi permetto di chiedere: è concepibile un reietto dall'amore? Lo è, ipoteticamente e contra Barthes, ammettendo che il soggetto amoroso possa infine sfuggire alla ossessione circolare del chiedersi perchè non sia amato, pur conservando la certezza che l'oggetto amato a sua volta lo ami e solo manchi di rivelarlo.
"...De même, semble-t-il, pour l'angoisse d'amour: elle est la crainte d'un deuil qui a déjà eu lieu, dès l'origine de l'amour, dès le moment où j'ai été ravi. Il faudrait que quelqu'un puisse me dire: «Ne soyez plus angoissé, vous l'avez déjà perdu(e)»".
Mi chiedo e mi permetto di chiedere: è concepibile un reietto dall'amore? Lo è, ipoteticamente e contra Barthes, ammettendo che il soggetto amoroso possa infine sfuggire alla ossessione circolare del chiedersi perchè non sia amato, pur conservando la certezza che l'oggetto amato a sua volta lo ami e solo manchi di rivelarlo.
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