Per assumere un placebo che pacifichi per qualche ora il suo agitato sonno, una nazione in sospetto d'essere decrepita e unita dalla falsa coscienza si vota come al solito a un santo e fa trionfare in un festival di canzonette un professore di greco e di latino in pensione, che per giunta di nome fa Vecchioni e canta, con la rabbia ilare e impotente tipica dell'età, una canzoncina che è una sorta di anti-Volare, piena di velleitarie (di)speranze, di buoni sentimenti e di migliori intenzioni, dal titolo (e dal refrain) piacione ma ("ancora" e "sempre") come può esserlo un de profundis.
È la notizia italiana del giorno. Domani? Non sarà più nulla.
PS. Con i suoi quasi settanta anni, il Vecchioni non sarà per caso il più anziano vincitore del Festival di Sanremo di sempre? Aiutino in proposito Apollonio i suoi due lettori (se lo vogliono) e, per un chiaroscuro, pensino ai Sanremo letterari, agli Strega e ai Campiello e alle loro recenti consacrazioni di ragazzine e ragazzini. Le canzonette? Roba da vecchioni. Stupido di un Apollonio, nella letteratura, vivaddio!, spira il radioso futuro della cultura nazionale.
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