Dagli Stati Uniti, nessuna reazione.
Così si può commentare, per rapido riassunto e da Colono, il rito celebrato tre giorni fa in quelle contrade e di cui, per qualche ora, si sono saturate le cronache di tutto il mondo.
E non si può non amare la lingua e (con Leopardi e Calvino) la sua esatta vaghezza, quando ci si rende conto, con un attimo di riflessione, che tale commento, in virtù di reazione, può stare sulla bocca degli uni, a testimoniarne il profondo sconforto ("anche lì, stato ormai comatoso"), o su quella degli altri, a manifestarne il lieto sollievo ("i nemici del progresso non hanno prevalso").
Chi di politica s'intende s'affannerà a dire se più fondato è lo sconforto o il sollievo.
La lingua, vuol solo annotare Apollonio (la cui testa è come al solito a Citera), riesce sempre a tacere loquace. Forse perché, al pari del buon Dio di cui una volta disse Gustave Flaubert, non si cura né mai s'è curata di dire la sua opinione.
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