Ironica e impersonale compassione dell'umano destino: l'infelice che vince paga sempre la sua vittoria con la cecità. Non vede così quanto l'infelice che perde, nella dolce sospensione che s'accompagna al quieto abbandono della disfatta, ne compianga le future, ineluttabili e certo più crude pene.
La condizione umana, dagli infiniti profili miserrimi pressoché senza eccezioni.
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