Coloro che frequentano questo diario perdoneranno l'anziano Apollonio se, nell'occasione, prova a intrattenerli e a intrattenerle, sempre che lo vogliano, con una nota a suo modo personale. Promette che non la tirerà troppo per le lunghe.
Lo sanno: il suo alter ego bazzica da più di mezzo secolo per le aule universitarie. Da quarantotto anni, lo ha fatto anche e via via soprattutto dalla parte della minoranza.
Così egli definisce, con semplice tratto osservativo, la situazione di chi si dice insegni: modo di esprimersi più corrivo e oltremodo più impegnativo. Gente che abbia qualcosa da insegnare e che sappia farlo ce n'è stata, ce n'è e ce ne sarà sempre poca.
Minoranza vs. maggioranza è invece un semplice criterio di opposizione, realizzato sovente se non di norma come singolare vs. plurale. Ed è testimoniato ed evidente, concreto, tangibile già nel modulo costruttivo e di arredamento degli spazi deputati.
Ci sono tante seggiole, disposte in più file, da una parte; ce n'è solo una, sovente inutilizzata, o ce ne sono poche, dall'altra, e disposte, caso mai, in una fila unica.
A ciò, prima che a ogni altra speculazione teoretica o morale, un osservatore marziano ancorerebbe un'onesta descrizione dei riti che si svolgono in quegli spazi. E, come si sa, sovente anche il più stupido marziano vede le cose della Terra più acutamente di come le veda il terrestre più sveglio.
Ebbene, tornando alla vicenda dell'alter ego di Apollonio, il suo primo ingresso in un'aula universitaria nella collocazione di tendenziale singolarità e di certa minoranza appena descritta avvenne l'undici dicembre 1975, nella precaria veste che gli si addiceva. Lo testimonia irrefragabilmente il documento qui esposto. Senza il suo supporto, dichiara l'alter ego, non avrebbe potuto essere così preciso. Ma, disordinato, tiene una sorta di archivio.
In effetti, la memoria si sarebbe limitata a dirgli genericamente l'anno accademico e se è facile, per lui e per Apollonio, immaginare ancora oggi quanto fosse coinvolto dall'impegno quel non ancora ventitreenne e quanto l'incoscienza tipica dell'età l'abbia non paradossalmente soccorso, allora e nel séguito, può assicurare (ed è certo d'essere creduto) che non ci furono cerimonie nell'occasione, com'era ovvio. Niente ballo del debuttante, insomma.
L'undici dicembre 1975, entrò in aula, fece il suo lavoro e passati i quarantacinque minuti (questo era l'uso) andò via, salutando il centinaio di quasi coetanei e coetanee che se lo erano trovato davanti e che ebbero così ad assistere a ciò che per lui (solo per lui) fu un evento.
Non è successo nulla di diverso oggi, trentuno maggio 2023. L'alter ego di Apollonio è entrato in un'aula universitaria dalla parte della minoranza: per l'ultima volta. Niente cerimonie. Apollonio, solo estraneo, per dire così, presente al rito, c'era e può testimoniarlo: due dozzine di ventenni, da una parte, lui, dall'altra.
Del resto, ad assicurare all'alter ego, tempo fa e a Zurigo, prima un'entrata in scena comme il faut e, dopo venti anni di servizio, un'uscita appunto scenografica e che resterà per sempre cara al cuore fu il suo sincero datore di lavoro elvetico; una gloriosa istituzione cui nulla egli può rimproverare; tanto meno di mancare di garbo e dei correlati modi nei confronti di chi le reca il suo contributo (che nel suo caso specifico non si ardisce pensare sia stato recato ad aumentare quella gloria, piuttosto a non portarvi eccessivo nocumento).
La bella festa fu, ora lo si può dire, una tappa di avvicinamento al traguardo odierno, perché per l'autentica e definitiva ultima volta l'alter ego di Apollonio è entrato in aula dalla parte della minoranza oggi e a Palermo; lì dove, testimonia il documento, l'aveva fatto per la prima volta quasi quarantotto anni or sono.
Come per quel suo lontano debutto oggi è arrivato, ha fatto il suo lavoro e, passato il tempo dovuto, è andato via, salutando la ventina di nipoti ideali che se lo sono trovato davanti e hanno assistito in tal modo a ciò che per lui è stato l'evento cui Apollonio consacra questo frustolo.
Lo fa, si badi bene, per dire come per il suo alter ego si sia trattato di un addio a un mirabile arcano. Ancora oggi, trentuno maggio 2023, l'ormai prossimo settantunenne, nella sua condizione di minoranza, si è sentito infatti quasi coetaneo della maggioranza presente in aula, composta di ventenni.
Come s'è narrato, era stata la medesima cosa la prima volta e allora con buona ragione. Ma così non ha mai smesso di essere nelle centinaia e centinaia di volte comparabili, per quasi cinque decenni e, lo si comprenderà, sempre più miracolosamente.
Fino a oggi, trentuno maggio 2023. Perché oggi l'incantamento che prese l'alter ego di Apollonio l'undici dicembre 1975 di botto è svanito. E con esso i suoi venti anni.
Gentile Apollonio ci tenevo a esprimere il mio affetto e ammirazione in un giorno importante anche se so che ogni parola in circostanze di tal fatta finisce sempre per risultare insopportabilmente ridicola. Ma non per questo meno necessaria, Ciccio sempre sodale e sempre lettore
RispondiEliminaApollonio, grato, riferirà al suo alter ego del Suo segno, gentile Lettore semiotico.
EliminaGentile Apollonio
RispondiEliminacondivido con il suo alter ego, seppur sfalsata di quattro anni e nella scuola superiore invece che all'università, una prima volta dalla parte della minoranza lontana ormai quasi mezzo secolo, e un'ultima volta giusto un anno fa.
Solo, ora, leggendola, ho messo a fuoco il mirabile arcano di essermi sentito, attraverso i decenni, quasi coetaneo della maggioranza presente in aula. E quale fosse l'incantamento che avverto mancarmi, e le parole per dirlo.
Le ho trovate leggendola e di questo non per la prima volta la ringrazio.
In occasione di questo giorno importante, come il lettore che mi precede preferisco non aggiungere altro, se non augurarle il meglio, quale che esso sia.
Il suo sempre affezionato lettore
Mauro Lena
Caro e fedele Lettore, Apollonio e il suo alter ego Le sono grati dell'augurio e di questa conferma: il messaggio in bottiglia è giunto a destinazione ed è in buone mani. Le Sue.
EliminaNe ricavo lezione, fra le tante, pregiate tutte posso dirlo con certezza, ricavate da Apollonio e dal suo alter ego, che seguo da tempi non recenti: chi ha qualcosa da insegnare, e vi si dedica, non soffre dello scorrere del tempo, pur avendone piena consapevolezza.
RispondiEliminaAnche a Lei, Lettore o Lettrice senza nome, grazie del conforto e della costanza. Coglie bene il felice paradosso: la fortunata condizione di vivere una lunga e tante volte rinnovata gioventù.
Eliminama tu t'immagini la fauci nunzio
RispondiEliminae il discolo apollonio in pinzimonio
disciolti? salace ed audace pulviscolo,
ne sortirebbe un pandemonio ctonio:
fragili relazioni
e differenze labili
dentro frusti frustoli
in cui l'alter e l'ego
si squadrano con sussiego.
è il subbuglio che dá il sapore
dell'angelo sterminatore.
(Propemptico quasi ilare,
a mo' di parziale consolazione
per l'improvvisa, ancorché prevista,
ed irreparabile perdita della giovinezza)
All'amico Lettore che ha preferito non associare il Suo nome al delizioso componimento di accompagnamento, Apollonio e il suo alter ego sono più che grati. Vedervisi associati d'emblée a componenti di un condimento che rende più sapidi gli ortaggi al palato è, per via di figura, riconoscimento del compito che hanno sempre mirato ad assolvere.
RispondiEliminaCosì macina il mondo. Quanto a me, l'uscita non è stata neppure di ciccia ma nella virtualità d'uno schermo paracovidiano
RispondiEliminaPuò sempre tornare nella maggioranza...
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