31 maggio 2023

Per l'ultima volta, in un'aula universitaria dalla parte della minoranza

Coloro che frequentano questo diario perdoneranno l'anziano Apollonio se, nell'occasione, prova a intrattenerli e a intrattenerle, sempre che lo vogliano, con una nota a suo modo personale. Promette che non la tirerà troppo per le lunghe.
Lo sanno: il suo alter ego bazzica da più di mezzo secolo per le aule universitarie. Da quarantotto anni, lo ha fatto anche e via via soprattutto dalla parte della minoranza.
Così egli definisce, con semplice tratto osservativo, la situazione di chi si dice insegni: modo di esprimersi più corrivo e oltremodo più impegnativo. Gente che abbia qualcosa da insegnare e che sappia farlo ce n'è stata, ce n'è e ce ne sarà sempre poca.
Minoranza vs. maggioranza è invece un semplice criterio di opposizione, realizzato sovente se non di norma come singolare vs. plurale. Ed è testimoniato ed evidente, concreto, tangibile già nel modulo costruttivo e di arredamento degli spazi deputati. 
Ci sono tante seggiole, disposte in più file, da una parte; ce n'è solo una, sovente inutilizzata, o ce ne sono poche, dall'altra, e disposte, caso mai, in una fila unica.
A ciò, prima che a ogni altra speculazione teoretica o morale, un osservatore marziano ancorerebbe un'onesta descrizione dei riti che si svolgono in quegli spazi. E, come si sa, sovente anche il più stupido marziano vede le cose della Terra più acutamente di come le veda il terrestre più sveglio. 
Ebbene, tornando alla vicenda dell'alter ego di Apollonio, il suo primo ingresso in un'aula universitaria nella collocazione di tendenziale singolarità e di certa minoranza appena descritta avvenne l'undici dicembre 1975, nella precaria veste che gli si addiceva. Lo testimonia irrefragabilmente il documento qui esposto. Senza il suo supporto, dichiara l'alter ego, non avrebbe potuto essere così preciso. Ma, disordinato, tiene una sorta di archivio.
In effetti, la memoria si sarebbe limitata a dirgli genericamente l'anno accademico e se è facile, per lui e per Apollonio, immaginare ancora oggi quanto fosse coinvolto dall'impegno quel non ancora ventitreenne e quanto l'incoscienza tipica dell'età l'abbia non paradossalmente soccorso, allora e nel séguito, può assicurare (ed è certo d'essere creduto) che non ci furono cerimonie nell'occasione, com'era ovvio. Niente ballo del debuttante, insomma.
L'undici dicembre 1975, entrò in aula, fece il suo lavoro e passati i quarantacinque minuti (questo era l'uso) andò via, salutando il centinaio di quasi coetanei e coetanee che se lo erano trovato davanti e che ebbero così ad assistere a ciò che per lui (solo per lui) fu un evento.
Non è successo nulla di diverso oggi, trentuno maggio 2023. L'alter ego di Apollonio è entrato in un'aula universitaria dalla parte della minoranza: per l'ultima volta. Niente cerimonie. Apollonio, solo estraneo, per dire così, presente al rito, c'era e può testimoniarlo: due dozzine di ventenni, da una parte, lui, dall'altra.
Del resto, ad assicurare all'alter ego, tempo fa e a Zurigo, prima un'entrata in scena comme il faut e, dopo venti anni di servizio, un'uscita appunto scenografica e che resterà per sempre cara al cuore fu il suo sincero datore di lavoro elvetico; una gloriosa istituzione cui nulla egli può rimproverare; tanto meno di mancare di garbo e dei correlati modi nei confronti di chi le reca il suo contributo (che nel suo caso specifico non si ardisce pensare sia stato recato ad aumentare quella gloria, piuttosto a non portarvi eccessivo nocumento).
La bella festa fu, ora lo si può dire, una tappa di avvicinamento al traguardo odierno, perché per l'autentica e definitiva ultima volta l'alter ego di Apollonio è entrato in aula dalla parte della minoranza oggi e a Palermo; lì dove, testimonia il documento, l'aveva fatto per la prima volta quasi quarantotto anni or sono. 
Come per quel suo lontano debutto oggi è arrivato, ha fatto il suo lavoro e, passato il tempo dovuto, è andato via, salutando la ventina di nipoti ideali che se lo sono trovato davanti e hanno assistito in tal modo a ciò che per lui è stato l'evento cui Apollonio consacra questo frustolo.
Lo fa, si badi bene, per dire come per il suo alter ego si sia trattato di un addio a un mirabile arcano. Ancora oggi, trentuno maggio 2023, l'ormai prossimo settantunenne, nella sua condizione di minoranza, si è sentito infatti quasi coetaneo della maggioranza presente in aula, composta di ventenni. 
Come s'è narrato, era stata la medesima cosa la prima volta e allora con buona ragione. Ma così non ha mai smesso di essere nelle centinaia e centinaia di volte comparabili, per quasi cinque decenni e, lo si comprenderà, sempre più miracolosamente. 
Fino a oggi, trentuno maggio 2023. Perché oggi l'incantamento che prese l'alter ego di Apollonio l'undici dicembre 1975 di botto è svanito. E con esso i suoi venti anni.

6 maggio 2023

Sommessi commenti sull'Ultra-Moderno (4): Guardoni ed esibizionisti

Nel Moderno, il numero degli esibizionisti era ancora minore, molto minore di quello dei guardoni: a chi capitava di esibirsi, non mancavano certamente i guardoni e poteva trarne un gusto che, dandosi casi diversi, poteva essere ripugnante o una ripugnanza che poteva essere gustosa. 
L'Ultra-Moderno è tale anche perché ha rovesciato il rapporto in questione: per quanto i guardoni possono essere aumentati di numero e certamente lo sono, il numero degli esibizionisti è cresciuto oltre ogni limite, anche per via del crollo del pudore, tra le antiche virtù ormai la meno praticata. 
Nella temperie ultra-moderna, per un solo guardone, fosse anche uno di quelli che a coltivare la propria inclinazione mettono il massimo impegno, ormai ci sono frotte di esibizionisti. Costoro sono perciò sovente frustrati e insoddisfatti: "Mi esibisco, ma per chi, se nessuno mi guarda?"
Frustrati a tal punto, gli esibizionisti, da essere singolarmente ridotti, con bizzarro corto circuito, a fare i guardoni di se stessi, per un universale trionfo di un ancora più perverso narcisismo.
 
[Il generale maschile di questo frustolo è naturalmente solo convenzionale e, malgrado oggi si parli tanto di corpo, l'esibizionismo cui ci si riferisce, come d'altra parte il correlato voyeurismo, non ha la materia corporale come oggetto necessario e forse nemmeno come principale.]