30 agosto 2016

Cavallo Pazzo e George Armstrong Custer


Chi crebbe con l'idea (forse sbagliata) che la prateria nei dintorni del torrente Little Bighorn fosse, come in effetti fu, il solo scenario appropriato all'incontro tra George Armstrong Custer e Cavallo Pazzo (non, si badi bene, tra il cattivo e il buono né tra il buono e il cattivo, ma semplicemente tra George Armstrong Custer e Cavallo Pazzo, con le loro lingue diverse, con le loro diverse visioni del mondo), trova comico lo spettacolo d'oggi in cui torme di loro controfigure giocano a rimpallarsi temi disciplinari che spacciano per diversi dalla tribuna delle medesime "conferenze" (pardon! ma da un po' è d'uso si dica così).

23 agosto 2016

Linguistica da strapazzo (44): L'"Isola di Sicilia" e il maestro "Topolino"


Isola, la Sicilia lo è per antonomasia. Della circostanza culturale (la materiale ne è un accessorio, per quanto indispensabile), folle di siciliani (più o meno illustri) e qualche "continentale" hanno peraltro fatto e continuano a fare un topos metaforico, talvolta come giustificazione di autentiche nefandezze. 
Il nesso isola di Sicilia è tuttavia una rarità testuale, fuori del contesto discorsivo di una descrizione geografica. Ne fornisce un'attestazione inopinata e straniante, quindi da mettere forse anche in conto della funzione poetica, la copertina di questo fascicolo di Topolino. 
Ai redattori del settimanale, l'evidenza iconica, da un lato, e la celebrità del nudo nome proprio, dall'altro, non devono essere parse sufficienti. Hanno così ritenuto di mettere in chiaro che Sicilia, da buon nome proprio, non è sostanza. Ben che vada, è qualità, per giunta solo metalinguistica. La sostanza sta nel nome comune: isola come tante, la Sicilia, e, come tante, bisognosa del suo "complemento di denominazione".
C'è più di un filo di pedanteria grammaticale e di ridondanza didattica in una sortita del genere: è del resto ben noto che la vecchia testata sia stata da sempre animata da intenti educativi. Così usava un dì, per la stampa destinata d'elezione alla gioventù.  

19 agosto 2016

Dal bello al brutto


Quando questi luoghi erano belli, non ci veniva nessuno. Ora non lo sono più e, di forestieri, ce n'è a frotte. L'epoca (non da oggi, oggi però in maniera parossistica) è irresistibilmente attratta dal brutto. Quando, per il suo continuo e crescente consumo, non ne trova a sufficienza nel mondo com'è, lo produce, lo amplifica, lo diffonde dappertutto.

4 agosto 2016

Raf, Ron e il Gattopardo

"...i cani: Fufi, la grossa mops della sua infanzia, Tom, l'irruente barbone confidente ed amico [...], le zampe carezzevoli di Pop, il pointer che in questo momento lo cercava sotto i cespugli e le poltrone della villa e che non lo avrebbe più ritrovato": poche righe tratte dalla Parte settima del Gattopardo. Fabrizio Corbera, morendo e dopo aver detto tra sé di Tancredi, trova ironica consolazione nella memoria dei suoi cani: Fufi, Tom, Pop.
C'è una sagra paesana, tra pochi giorni, in un angolo di Sicilia. Ne dice, eloquentemente, questa immagine:


Ad Apollonio, come ricordano forse i suoi due lettori, le curiosità dell'onomastica (letteraria) non sono indifferenti. E memore del passaggio citato in esordio, non può trattenersi dal pensare che colui il cui nome viene preso a pretesto per organizzare la festa (ovunque egli si trovi, in questo momento) starà chiedendosi, con un sardonico sorriso, di qual razza mai siano, tra gli altri, il Raf e il Ron che nell'occasione ustoleranno.