20 dicembre 2023

Bolle d'alea (35): Genette

"Mort. J'ai longtemps hésité entre mourir très jeune, comme Mozart, ou très vieux, comme Hugo. Je n'ai plus beaucoup le choix, mais je m'avise (à temps?) de cette recette complexe, préconisée par je ne sais quel sage oriental (peut-être Bernard Shaw): mourir jeune, mais le plus tard possible", scrisse sornione Gérard Genette settantanovenne nel suo Codicille.
È la stagione degli auguri ed è la diciannovesima volta per questo diario. Apollonio condivide lo spirito e ammira la lettera delle parole di Genette. E trova in esse quanto augura a se stesso, da vecchio bambino impenitente della vita. Ma la sortita sta qui a disposizione di chi legge perché se ne serva allo stesso modo o come vuole.
In una temperie sentimentalmente liquida come la presente, in cui, per via di sommersione, non si sa se all'asfissia del pensiero i buoni sentimenti contribuiscano più dei cattivi, anche l'allegra ironia di un augurio riflessivo e tutt'altro che paradossale può fungere per qualche minuto da respiratore. 

[In traduzione estemporanea: "Morte. Ho esitato a lungo tra il morire molto giovane, come Mozart, o molto vecchio, come Hugo. Non ho più molta scelta, ma mi accorgo (per tempo?) di questa ricetta complessa, consigliata da non so qual saggio orientale (forse Bernard Shaw): morire giovane, ma il più tardi possibile".]

2 dicembre 2023

Linguistica al volo (2): Da "perché" a "pérche"


In questa canzonetta (dai contenuti manifestamente edipici: i due lettori di Apollonio avranno avuto la pazienza di ascoltarla), perché diventa pérche. Da giambo a trocheo, verrebbe fatto di dire. Vera e propria σφραγίς della giovanissima artista, che, con ratio musicale, usa giocare con le frammentazioni delle parole e con gli spostamenti di accento. Non è la sola; fanno lo stesso anche altri e altre cantanti della medesima generazione, non sempre con esiti artisticamente commendevoli.
Ma, ci si intenda, con pieno diritto. Sono manifestazioni del "legame musaico": nesso e concetto sono danteschi (stanno nel Convivio: I vii 14) e anticipano grosso modo di sette secoli la nozione di funzione poetica, di cui si fa opportuno credito a Roman Jakobson. 
"Legame musaico": tra i dotti, se il valore del sostantivo è pacifico, quello dell'attributo è stato oggetto di dibattito. Nel Convivio, vale semplicemente 'poetico' o più specificamente 'musicale'? Questione di non poco momento, nella prospettiva d'una filologia dantesca, ma sulla quale una linguistica da strapazzo può sorvolare e non solo perché l'occasione per alludervi in questo frustolo a qualcuno sarà parsa ignobile.