Più di 20000 pagine di trascrizioni di conversazioni telefoniche: a Citera giunge la notizia. Che si aggiungono al numero imprecisato, ma certo astronomico, di quelle raccolte negli ultimi decenni. Un corpus sterminato, un'impresa titanica di accertamento linguistico cui si è consacrata una parte importante dell'apparato dello stato, peraltro (e qui sta l'aspetto delizioso) senza intenzione. Le vie della Provvidenza sono veramente infinite. Lo dice un grande nume nazionale: lassù c'è certamente qualcuno che si occupa dei miseri e quindi delle discipline miserelle, come appunto la linguistica (italiana), che mai avrebbe avuto addetti e strumenti adeguati alla bisogna.
Apollonio non sa quanto tale corpus serva alla ricerca delle verità processuali (c'è chi dice moltissimo e chi l'esatto opposto, pare, sostenendo che servono soprattutto ai giornali). Per lo sviluppo della ricerca di una lingua al telefono, esso è risorsa che è difficile pensare abbia pari al mondo. Nell'ancora favolosa Cina, forse, potrebbe esserci qualcosa di comparabile: lì tutto, pare, sia sotto controllo, anche la rete: ma trascritto?
Ammesso naturalmente che ci sia qualcuno capace di gestirlo scientificamente, il dono grazioso e provvidenziale di quelle pagine, e non ci anneghi, sommerso dalla sovrabbondanza. In ogni caso, le premesse perché l'italiano diventi, almeno in qualcosa, la prima lingua al mondo ci sono tutte. Sarebbe un peccato sciuparle: orsù, linguisti italiani, con solerzia, è l'ora di produrre al competente ministero le adeguate richieste di finanziamento, spiegando che, in condizioni come quelle del ricercatore (e del ricercato) italiano, oggi, non c'è nessuno.
Apollonio non sa quanto tale corpus serva alla ricerca delle verità processuali (c'è chi dice moltissimo e chi l'esatto opposto, pare, sostenendo che servono soprattutto ai giornali). Per lo sviluppo della ricerca di una lingua al telefono, esso è risorsa che è difficile pensare abbia pari al mondo. Nell'ancora favolosa Cina, forse, potrebbe esserci qualcosa di comparabile: lì tutto, pare, sia sotto controllo, anche la rete: ma trascritto?
Ammesso naturalmente che ci sia qualcuno capace di gestirlo scientificamente, il dono grazioso e provvidenziale di quelle pagine, e non ci anneghi, sommerso dalla sovrabbondanza. In ogni caso, le premesse perché l'italiano diventi, almeno in qualcosa, la prima lingua al mondo ci sono tutte. Sarebbe un peccato sciuparle: orsù, linguisti italiani, con solerzia, è l'ora di produrre al competente ministero le adeguate richieste di finanziamento, spiegando che, in condizioni come quelle del ricercatore (e del ricercato) italiano, oggi, non c'è nessuno.
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