Circa dieci anni fa, nell'espressione pubblica italiana, miliardo quasi sparì dall'uso. Per convenzione sociale, naturalmente. Era l'epoca dell'adesione dell'Italia all'euro. Non è trascorso gran tempo: i due lettori di Apollonio, qui chiamati a testimoni, non possono essersene già scordati. Tutti quelli che fino a pochi giorni prima, in lire, parlavano di miliardi, eccoli lì compunti a computare solo milioni. Per garbo, certo. Non per la ragione che, in euro, non si potesse ancora e sempre arrivare a miliardi. Ma miliardo era, appunto, uscito dall'uso linguistico pubblico costumato. Miliardo c'era sempre ed era concepibile anche in funzione dell'euro, ma non faceva fine dirlo. Si sarebbe data l'impressione che nulla era mutato e non era quella l'impressione che si voleva dare, appunto.
Oggi miliardo è tornato in gran pompa: ne siano di nuovo testimoni gli affezionati lettori. Sono bastati dieci anni e, come moderatore degli usi linguistici, l'euro si è già slabbrato e consunto. Li vedi, adesso, quelli che dicono miliardi, come arrotano le lingue quando calcolano in euro, senza più freni né pudori.
Di economia, Apollonio non capisce un'acca ma teme non si tratti di buon segno. Il ritorno di miliardo nell'espressione pubblica italiana, gli pare, non revoca certo in dubbio che la faccenda dell'euro sia stato un buon affare ma induce ancora di più a chiedersi per chi.
Di economia, Apollonio non capisce un'acca ma teme non si tratti di buon segno. Il ritorno di miliardo nell'espressione pubblica italiana, gli pare, non revoca certo in dubbio che la faccenda dell'euro sia stato un buon affare ma induce ancora di più a chiedersi per chi.