"Il bene non risiede nella natura, non sta neppure nella predicazione dei missionari e dei profeti, non sta negli insegnamenti dei grandi sociologi e dei capi popolo, non nell'etica dei filosofi... Sono gli uomini comuni che portano nei loro cuori l'amore per quanto vive, naturalmente e spontaneamente umano e hanno cura della vita, si rallegrano del caldo del focolare dopo una faticosa giornata di lavoro, non accendono falò e roghi sulle piazze.
Ed ecco, a fianco del minaccioso, grande bene, esiste una bontà quotidiana. È la bontà della vecchia che porta un pezzo di pane a un prigioniero, del soldato che dà da bere dalla sua borraccia al nemico ferito, della gioventù che ha pietà della vecchiaia, è la bontà del contadino che nasconde nel fienile il vecchio ebreo. È la bontà dei guardiani che mettendo in pericolo la loro stessa libertà, consegnano le lettere dei prigionieri, non ai propri compagni di fede, ma alle madri e alle mogli. Questa bontà privata di un singolo individuo nei confronti del suo simile è senza testimoni, una piccola bontà senza ideologia. La si può chiamare bontà insensata. La bontà degli uomini fuori del bene religioso o sociale".
È Vasilij Grossman (tradotto da Cristina Bongiorno), nel cuore del suo Vita e destino: un cuore insensato, come la bontà di cui parla, e oltremodo ottimista. Ma come diversamente, considerata la temperie?
mi pare si possa fare a meno di coommenti, s'en passer comme on dit en Français,, direi tuttavia che anche questo atteggiamento è ideologico.
RispondiEliminaLo è certamente, caro e agreste Lettore. E ha ragione a sottolinearlo. Cosa non lo è nel Moderno? E come potrebbe non esserlo, detto da uno scrittore che ha attraversato uno dei periodi più topici di tale tabe, facendosene testimone? Ma quanta più corriva - e inconsapevole - ideologia c'è nei meccanici auguri che spesseggiano in questi giorni. Ad Apollonio, pensi, è così parsa ironica e con un gusto d'antico, se messa sulla scia, l'ideologia di Grossman, di cui - e qui non concorda con la Sua attitudine - "on ne peut pas s'en passer".
RispondiEliminaPerò a volte accade, se ne fa esperienza di piccola bontà quotidiana, anche se ne sente narrare attendibilmente. Conforta. Idea apollinea veicolarvi auguri.
RispondiEliminaAnche a me pare di cogliere "corriva - e inconsapevole - ideologia [...] nei meccanici auguri che spesseggiano in questi giorni". E io ne sono vittima e portatore: di tali auguri e di tale ideologia. Ma, essendo io appunto "inconsapevole", di quale ideologia potrebbe trattarsi?
RispondiEliminaQuella del conformismo: proteiforme appunto, Lettore o Lettrice senza nome. E persino privatamente ineluttabile: sorriderne, sempre.
RispondiEliminaMi sembra triste sentir discutere e sospettare di atteggiamenti umani positivi, testimoniati da documenti pre-cristiani fino ad oggi.
RispondiEliminaPerché triste, amica Lettrice? Poche cose rincuorano come una civile discussione, quale quella che i suoi preziosi sodali intrattengono desultoriamente con Apollonio. Non c'è tema, poi, che non abbia molte faccette: non solo il pericolosissimo bene (e lo si sa), ma anche la bontà, per adoperare la contrapposizione che fu cara a Grossman. Soprattutto nel contesto antropologicamente culturale che si è determinato nelle contrade dell'Occidente da circa quattro secoli, dove sovente la bontà - come tutto il resto, del resto - non è nemmeno la bontà (o lo è accidentalmente) ed è invece, essenzialmente, il discorso sulla bontà.
RispondiElimina