Le condizioni correlative e le circostanze concomitanti del collasso dell'Impero romano furono numerose, come è noto. Una ebbe natura sociologico-militare: un esercito di mercenari difficilmente assolve il compito morale (peraltro, nel caso di un esercito, di moralità sovente più che dubbia) cui sarebbe chiamato; fa altro, se l'occasione si dà e un'occasione si dà sempre.
Il balzo parrà ardito ai cinque lettori di Apollonio ma una situazione comparabile egli intravede oggi per la cucina italiana (se così si può chiamare quella composita congerie di cucine locali che occupa, come le varietà linguistiche, l'area dell'Italia come ultra-nazione: ci si guardi bene dal dirle cucine regionali, al massimo diocesane e quindi, eventualmente, provinciali: ma di ciò un'altra volta).
Come legione, un esercito compatto di composte massaie, ai diversi livelli di pertinenza sociale e quindi di possibilità alimentari, animava gastronomicamente un impero di varietà innumerevoli, costruito in secoli di storia. Non lo faceva per soldi né per la fama. Per la fame, piuttosto, di consanguinei e affini. Uno scopo di lampante praticità, beneficamente sommerso, come capita alle cose umane che valgono, da un'etica e da un'estetica: da un bene e da un buono, superlativi, quando l'occasione lo domandava e lo rendeva possibile.
L'esercito popolare della cucina italiana è in via di dissolvimento (se non si è già dissolto): non è qui il caso di dire come e perché. Scarseggiano peraltro le risorse con cui la cucina si fa: le decisive, che sono le qualitative, ovviamente, e non le quantitative. Le seconde non sono mai state abbondanti come oggi - si vedrà per quanto ancora.
Della cura della cucina italiana sono stati così socialmente incaricati dei prezzolati professionisti: in una parola, dei mercenari. Una pletora di mercenari, tra i quali solo a pochissimi, naturalmente, la grazia concede di potere dire di esercitare nobilmente il mestiere dei tegami, come a pochissimi capitani di ventura spettava d'incarnare il nobile mestiere delle armi. Il resto è, come deve essere, masnada, cui interessano il soldo e il saccheggio: legittimamente.
Per altre condizioni correlative e circostanze concomitanti, declino e caduta della cucina italiana sembrano così ineluttabili. E Apollonio teme che annunciati e prossimi fasti lo sanciranno. La storia è crudele. La sua ironia palese.
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