Capita ad Apollonio di intercettare, ormai quasi solo virtualmente, gente che non solo legge, ma dice di sé di leggere molto e se ne vanta. Fin qui, nulla di male. Dopo l'invidia, la vanità è forse il tratto umano più diffuso e, rispetto all'invidia, più ridicolo ma meno ripugnante.
Accade però che chi si magnifica così accompagni talvolta la manifestazione di vanagloria con note di disprezzo per chi non legge o legge poco (o, si dice, male): campione, quest'ultimo, di una forma d'umanità deteriore, meritevole di scherno e di derisione, degno d'una discriminazione ideale. La reale? Potrebbe seguire. Perché no? Non manca chi ipotizza in proposito limitazioni all'espressione o al godimento di diritti di cittadinanza: esagerazioni, naturalmente, ma, come sempre le esagerazioni, rivelatrici di modi di pensare e di attitudini forse soltanto momentaneamente repressi.
Qualche pagina, nella sua vita, Apollonio l'ha letta. Osa dire perciò di non essere completamente digiuno, nel campo. Giusto quel po' che gli è bastato per trarne vaghe cognizioni, forse mere impressioni.
Ebbene, nei pochi libri che ha avuto sotto gli occhi, non gli è sembrato di trovare sostanziali incoraggiamenti a disprezzare chi non legge. Gli è al contrario parso che, in un modo o nell'altro, i libri che ha letto dicano che c'è un fondo insopprimibile di umanità che fa tutti e tutte simili: che abbiano letto tanto, poco o niente. Umanità né buona né cattiva. Umanità senza qualificazioni.
I libri letti da Apollonio saranno certamente solo una piccola parte di quelli letti da coloro che dicono di sé di leggere tanto e che ritengono di conseguenza che leggere tanto, da un lato, o leggere poco o nulla, dall'altro, basti come criterio a qualificare positivamente o negativamente gli esseri umani.
E la soluzione di ciò che pare misterioso ad Apollonio deve stare lì. Tra i tanti libri letti da costoro e i pochi capitati sotto i suoi occhi, ci saranno di certo quelli che giustificano e incoraggiano quel loro modo di condursi che egli non comprende semplicemente perché ha letto poco ed è ignorante.
Che bella nota Apollonio.
RispondiEliminaChe bella nota Apollonio. D'Ascola
RispondiEliminaApprezzamento lusinghiero. Apollonio Le è grato, gentile Lettore e Collega Blogger, della fedele attenzione.
RispondiEliminaUna piccola grande lezione, che fa piacere sia ricavata dai libri.
RispondiEliminaE che è un piacere condividere con chi sa coglierla. Grazie del commento.
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