14 agosto 2019

Fare di tutti i Verga un fascio

"L'ossessione per la roba è appunto il centro dei Malavoglia", scrive perentoriamente uno spiritoso giornalista culturale in una "microrecensione" del capolavoro di Giovanni Verga che si atteggia a umoristica. 
Si tratta di uno scritto di mera occasione, naturalmente, e I Malavoglia ne sono un semplice pretesto. Menzionare il romanzo e menzionare lo scrittore di Vizzini serve infatti all'autore per prendere in giro un uomo politico che in una sortita pubblica di qualche giorno prima aveva "sbagliato citazione", associando appunto "la roba", come nucleo tematico e narrativo, non a Verga ma a Pirandello. Erano seguite le scuse, davanti alle incontestabili contestazioni: "La memoria ha fatto cilecca", s'era subito giustificato l'uomo politico.
C'è Verga e Verga, però, e non si può fare di tutti i Verga un fascio, ancor meno in una sede che, per quanto effimera, ironizzando sopra uno sfondone altrui, anche se solo per celia, ma puntuta celia, finisce per pedanteggiare. Diversamente da ciò che pretende il censore, "la roba" non ha infatti molto da spartire con I Malavoglia. Tema e titolo di un racconto delle Novelle rusticane, nella produzione romanzesca di Verga "la roba" contribuisce piuttosto a tessere decisivamente la cupa trama di Mastro-don Gesualdo: un "vinto" socialmente molto diverso dalla disgraziata famiglia Toscano, detta "Malavoglia" dalla voce pubblica. 
Il romanzo rappresenta sì tale famiglia come attaccata disperatamente alla modestissima casa del nespolo, ma più che di "roba", si tratta, nella costruzione dell'opera, del suo unico, radicale ubi consistam. Una base vitale destinata peraltro a essere perduta, dopo il tragico naufragio della "Provvidenza" e la morte di Bastianazzo.
Nel suo breve pezzo, il giornalista racconta d'essere stato "comandato a leggerlo [I Malavoglia], alle superiori". Afferma che "gli piacque pure" e di esserne stato coinvolto, "pur trattandosi della seconda mattonata obbligatoria dopo i Promessi sposi". Scherza, naturalmente, quando scrive di credere addirittura "di essere diventato di sinistra per quello: lotta di classe nichilista, noia, disgrazie a raffica". 
Alla luce di tali dichiarazioni, spontanee, insieme con un sorriso, lo scritto finisce però per sollevare un dubbio amarognolo. Le sconsolanti considerazioni sul livello di comprensione del testo da parte degli adolescenti italiani provocate dalla recente pubblicazione di una pur molto discutibile indagine dell'Invalsi andrebbero forse retrodatate di qualche decennio.

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