Quasi generale negli ultimi trenta anni è stata l'illusione che, contando per l'umanità solo il futuro, ci si fosse liberati per sempre del passato. A proposito del primo, si fanno previsioni e vaticini; del secondo invece, con fatica, si fa storia. Tra le altre diversità, sperimentalmente verificabili, sono due modalità discorsive che hanno anche una radicale differenza di attendibilità.
Caso mai ce ne fosse stato bisogno, il presente si sta incaricando di mostrare quanto sciocca fosse quella illusione, quanto passato ci sia appunto nel presente, in ogni presente, e quanto tale passato decida il futuro. Senza scienza del passato, parlare del futuro, da ipotesi (cosa che è sempre), si fa mero vaniloquio.
Per gli esseri umani, lo si sa bene, profetare è pulsione incoercibile, proprio come lo è interpretare. Profeti ed ermeneuti si somigliano, anche perché hanno sempre qualcosa da dire. A moderare ambedue le pulsioni, a ricondurle a una ragionevolezza sempre precaria, dovrebbe provvedere la consapevolezza del passato procurata dalla conoscenza della storia. Ma tale conoscenza non si consegue senza pratica metodologica di rigorosa filologia.
Die Zukunft ist dabei, nur wenn die ist vorrei. Didacus Glossemator
RispondiEliminaKorrektur: die ist vorrei = sie ist vorbei
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