"Il videogioco diventa adulto e conquista i quarantenni", dice il titolo di un pezzo giornalistico che compare oggi in rete. Perfetta illustrazione del principio che è la prospettiva a fare la notizia. Se i dati che l'articolo espone sono degni di fede (in proposito, difficile si raccontino bufale), da prospettiva diversa il titolo avrebbe potuto essere benissimo "I quarantenni restano adolescenti e non depongono il videogioco". Ragionevolmente, non lo depongono come non depongono altri comportamenti, altre attitudini, altre turbe di quella fase della vita: l'acume dei suoi lettori rende superfluo che Apollonio si faccia qui rozzamente esplicito, in proposito.
Seguono, naturalmente, le speculazioni con cui il pezzo continua. Soprattutto segue il racconto delle speculazioni economiche consentite da tale estenuato permanere nell'adolescenza. Ed è autentico, di conseguenza, il tocco fornito dalla paradossale presenza istituzionale della ministra dell'Istruzione alla manifestazione di cui è infine questione. Certo, tale presenza dice anche e ancora una volta di una temperie incapace di tenere distinto il sacro dal profano (non è liquida, del resto, la società d'oggi?). L'insieme disegna (consapevolmente?) il dettaglio di un quadro. E il quadro ha per soggetto il prolungato soggiorno nazionale nel paese dei balocchi. Come tutti i soggiorni del genere, è difficile escludere esso abbia una fine ingloriosa, a volerla dire eufemisticamente.
Insomma, la realtà supera regolarmente la fantasia, anche quella di un Collodi. Ma, per farsi superare, la fantasia è sempre in largo anticipo e dice per quale aspetto, tra i tanti possibili, la realtà finirà per superarla: di norma, sono gli aspetti più ridicoli.
Nessun commento:
Posta un commento