Non esiste minoranza intelligente che non contenga una maggioranza di imbecilli. Deve essere più o meno questo il modo con cui l'idea fu espressa nel secolo scorso da André Malraux, il noto avventuriero, scrittore e ministro francese. Apollonio cita a memoria: niente virgolette; la pazienza e l'aiuto dei due lettori saranno ancora una volta molto graditi.
Inutile dire che si tratta di criterio da sempre utile per la comprensione delle dinamiche sociali, diventato indispensabile con l'avvento del Moderno e della sua contemporanea putrescenza.
Apollonio ritiene tuttavia che sia proprio da stupidi limitarne la portata euristica al dominio sociale, come se, dell'umanità, l'individuo, i suoi pensieri e le sue prassi fossero così i soli talvolta salvi dall'essere eventualmente imbecilli.
Per capire quell'illusione cui ci si riferisce con essere umano, come per capire i fenomeni linguistici che perfettamente lo rappresentano, la fissione di ogni parvenza di unità solo presuntamente minima e la sua riduzione a puro termine multicomposito di sistemi di relazioni sono condizioni irrinunciabili: nel dominio sociale tanto quanto in quello psichico, l'individuo è tra tali parvenze, non meno di ogni suo correlato oppositivo.
E dunque: non esiste testa intelligente che non contenga una maggioranza di idee stupide, come meglio di ogni discorso dice l'immagine che illustra questo post. Di più, non esiste lampo d'intelligenza che non contenga una preponderante parte di stupidità e così via, vertiginosamente, all'infinito: c'est la condition humaine.
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