Il passato è un punto di vista sul presente. Non va vituperato né, il Cielo ne guardi, celebrato. Va capito. E il pettegolezzo erudito, in proposito, non basta, nemmeno quando esso si fa filologia. Vige nel passato la pertinenza, infatti, come nell'oggi e come sempre (il sempre sempre un po' ridicolo del contingentemente umano), e la massima parte di ciò che accade cade naturalmente nella non-marcatezza dell'irrilevanza.
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