Giunge a Citera notizia di un talent show letterario di una rete televisiva pubblica nazionale: il primo al mondo, pare. Né c'è da stupirsi: solo ai male informati (Apollonio ne è un esempio), l'Italia può dare talvolta l'impressione di non essere un paese al passo coi tempi. Li anticipa, al contrario, e non da oggi.
Comunque sia, il talent show letterario c'è ed è vanto tutto italiano: Masterpiece è il suo nome proprio.
Non si accusino i coniatori d'anglofilia. Come si sa, i nomi propri (quelli con cui ciascuno sarà chiamato nel Giudizio finale) sono faccenda di necessità e non di libera scelta, come s'illudono invece i genitori che, a ondate, furoreggiano con inventive pedisseque di ogni andazzo: "Thomas, Nicholas e Giuseppe-s, per coerenza" elencava tempo fa Alex Drastico.
Orbene, si fosse battezzato Capolavoro il talent show, in effetti, chi l'avrebbe mai preso sul serio? Per esso, ci sarebbe stata, appunto di necessità, una sorte non dissimile da quella del menzionato povero "Giuseppe-s". Altri, al contrario, saranno i suoi destini: quelli di un "Thomas", perlomeno, o di un "Nicholas".
A ciò si aggiunga che un nome parlante paga il prezzo della trasparenza: per fare un paio di esempi, visto che di masterpieces si tratta, I Malavoglia o Rosso Malpelo. E la trasparenza impone la verità o chiama l'ironia, senza ovviamente che le circostanze siano disgiunte: infatti, niente è più prossimo alla verità dell'ironia. Capolavoro? "Ma mi faccia il piacere...", per citare, opportunamente, un maestro.
Come molte altre designazioni correnti tratte da lingue straniere, invece, Masterpiece sterilizza tanto la verità quanto l'ironia. Rivestito di eteroglossia, il suo riferimento è infatti solo allusivo: "a trasi-e-nesci" ('a entra-ed-esci'), per dirla con il geniale aggettivo composto della varietà italoromanza illustrata da Drastico. E l'"americanata", con la sua sbardellata iperbole, diventa deglutibile o (se si preferisce una diversa procedura di assunzione) prende la forma opportuna di cui è qui bello tacere.
Quanto a nome proprio, per una prospezione dell'antropologia italiana del tempo presente e della sua espressione, non c'è insomma troppa distanza tra Masterpiece e (il solo da poco abortito ma pronto a risorgere) Service Tax: "a trasi-e-nesci", appunto, e tale che si possa sempre dire che, in fondo, si è solo scherzato.
Non si accusino i coniatori d'anglofilia. Come si sa, i nomi propri (quelli con cui ciascuno sarà chiamato nel Giudizio finale) sono faccenda di necessità e non di libera scelta, come s'illudono invece i genitori che, a ondate, furoreggiano con inventive pedisseque di ogni andazzo: "Thomas, Nicholas e Giuseppe-s, per coerenza" elencava tempo fa Alex Drastico.
Orbene, si fosse battezzato Capolavoro il talent show, in effetti, chi l'avrebbe mai preso sul serio? Per esso, ci sarebbe stata, appunto di necessità, una sorte non dissimile da quella del menzionato povero "Giuseppe-s". Altri, al contrario, saranno i suoi destini: quelli di un "Thomas", perlomeno, o di un "Nicholas".
A ciò si aggiunga che un nome parlante paga il prezzo della trasparenza: per fare un paio di esempi, visto che di masterpieces si tratta, I Malavoglia o Rosso Malpelo. E la trasparenza impone la verità o chiama l'ironia, senza ovviamente che le circostanze siano disgiunte: infatti, niente è più prossimo alla verità dell'ironia. Capolavoro? "Ma mi faccia il piacere...", per citare, opportunamente, un maestro.
Come molte altre designazioni correnti tratte da lingue straniere, invece, Masterpiece sterilizza tanto la verità quanto l'ironia. Rivestito di eteroglossia, il suo riferimento è infatti solo allusivo: "a trasi-e-nesci" ('a entra-ed-esci'), per dirla con il geniale aggettivo composto della varietà italoromanza illustrata da Drastico. E l'"americanata", con la sua sbardellata iperbole, diventa deglutibile o (se si preferisce una diversa procedura di assunzione) prende la forma opportuna di cui è qui bello tacere.
Quanto a nome proprio, per una prospezione dell'antropologia italiana del tempo presente e della sua espressione, non c'è insomma troppa distanza tra Masterpiece e (il solo da poco abortito ma pronto a risorgere) Service Tax: "a trasi-e-nesci", appunto, e tale che si possa sempre dire che, in fondo, si è solo scherzato.
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