Il problema posto dalla realtà è lungi dall'essere quello, salottiero, della sua esistenza: un'esistenza rivendicata, come oggi accade con clamore che sia, in apparenza contro chi l'ha o l'avrebbe negata, in un passato non troppo lontano.
Nella prospettiva di chi vive e conosce, nella prospettiva delle sue modeste risorse etiche e teoretiche, in realtà, di realtà o ce n'è troppa o non ce n'è per nulla. L'asfissia del pensiero è in ambedue i casi assicurata.
Sempre, la realtà è in eccesso o in crudissimo difetto. E lì sta il suo problema autentico, per la morale e per la conoscenza: in questa alternativa, sciocca e perenne, tra fuffa e nulla.
Ne discende l'incessante esigenza d'una critica, di un discernimento che, dalla realtà o, in modo esattamente complementare, dalla sua assenza, insomma da fuffa e nulla, provi a cogliere, per ipotesi di pertinenza, una relazione, all'intersezione sistematica tra l'oggettività di un punto di vista e la soggettività di un dato.
È quanto fa con naturalezza l'espressione umana, del resto, ivi compresa ovviamente quella (a quanto pare, inconsapevole) di chi stipa con la sua fuffa l'opportuno nulla provvedutogli, per la bisogna, da qualche compare.
Caro Apollonio, non ho parole, dunque non ne metto.
RispondiEliminaPasquale D'Ascola