Chi si esprimerà e comunicherà sopra il tema che annuncia il titolo dell'importante "evento" culturale di prossimo svolgimento a Genova lo farà senza dubbio secondo la propria specializzazione tecnica, in scienza e coscienza.
Chissà se sarà tuttavia consapevole di un rilevante aspetto di quanto farà. È un aspetto dell'espressione e della comunicazione che gli strumenti della filologia e della linguistica hanno precisato nei contenuti e reso sperimentalmente osservabile, nel corso del Novecento.
Al di là dei valori dell'enunciato, nel caso specifico tutti scientificamente affidabili, il discorso di chi proporrà nell'occasione il proprio vaticinio manifesterà infatti anche una maniera dell'enunciazione. Questa si prospetta ineludibilmente comparabile con quella tipica della parola di indovini e chiaroveggenti.
Chissà d'altra parte se tra il pubblico sicuramente folto che assisterà alle "visioni scientifiche sul futuro dell'umanità" ci sarà un po' della coscienza prodotta da una meditata conoscenza della vicenda umana che si qualifica come storica.
Ove un briciolo di una coscienza siffatta balenasse, tale pubblico, almeno nella sua parte più avvertita, saprebbe di essere lì a soddisfare in realtà una ricorrente, se non eterna esigenza psicologica degli esseri umani: il bisogno di una profezia, salvifica o funesta che sia. Bisogno acutissimo nelle epoche di eclissi della ragionevolezza.
Sensus latet quando visio patet.
RispondiEliminaDidacus Glossemator
Come supporto del commento del dotto Lettore e poliglotta, il grato Apollonio può indicare quanto si legge, se si ha buona volontà, seguendo questo collegamento: https://www.doppiozero.com/materiali/visioni-0
Elimina