"Ma ascolti, avvocato, cosa c'entra quanto sta dicendo col fatto in discussione?" "Può c-entrare".
S'è camuffato un dettaglio ma il resto è autentico. E lo si segnala qui a futura memoria, con una data d'attestazione, perché colto in un contesto della massima pubblicità (se non ufficialità).
Il Cielo ci guardi (lo si è detto più volte) dal menarne scandalo (ne siano avvertiti i cinque lettori). Che c'entra, anzi 'che ci azzecca' lo scandalo con l'espressione umana e con il suo incessante mutamento? Magari l'innovazione naufragherà. Non è da poco, infatti, il numero di equilibri (certo, micro-equilibri) funzionali su cui essa passa sopra come un mezzo pesante. Magari no. In ogni caso, oggi è così.
Nell'epifenomenica giovinezza d'Apollonio capitava di sentire dire che la rivoluzione non è certo un pranzo di gala. Ed era forse sbagliato come giudizio, quanto alle rivoluzioni politiche: quelle che un acuto austriaco (o tedesco? La memoria di Apollonio fa difetto), e non il solito Gattopardo, disse che si fanno sempre coi mezzi di chi le subisce.
Con il cambiamento linguistico però è proprio così. È tutto fuorché un pranzo di gala, anche se i suoi Sedara capita ci arrivino vestiti con quel malconcepito frac girgentano che, salendo per le scale del palazzo di Donnafugata, fece più impressione a Don Fabrizio, quale segno dei tempi mutati, dello sbarco dei Mille a Marsala.
Con il cambiamento linguistico però è proprio così. È tutto fuorché un pranzo di gala, anche se i suoi Sedara capita ci arrivino vestiti con quel malconcepito frac girgentano che, salendo per le scale del palazzo di Donnafugata, fece più impressione a Don Fabrizio, quale segno dei tempi mutati, dello sbarco dei Mille a Marsala.