L'antefatto: anni fa, in un contesto universitario, era stata proprio la viva voce d'uno storico della lingua a mettere Apollonio sull'avviso. Criticità stava prepotentemente emergendo come parola italiana, con un valore diverso da quello che avevano avuto le sue fin lì rare e dotte apparizioni. In meno di dieci minuti, tale voce s'era prodotta nella mezza dozzina di ricorrenze che aveva dato ad Apollonio il coraggio di porre apertamente la questione: "Ma si dice così, adesso, per dire 'questione delicata, problema spinoso, situazione critica, aspetto discutibile'?". Era all'oscuro, lo stordito Apollonio, che, allora già da un lustro, un buon amico del suo alter ego aveva fatto tema di riflessione della "criticità" linguistica in un gustoso trafiletto.
A proposito di criticità, Apollonio può però fare adesso un importante annuncio. Gli è accaduto infatti di coglierne due ricorrenze in uno scritto. Eccole: "Durante l'incontro... si è discusso... di eventuali criticità"; "Tra le criticità sottolineate da più parti, la disomogeneità dei criteri e dei risultati".
"Embè?" sente dire i suoi cinque lettori. In effetti, di ricorrenze di criticità se ne conoscono già a decine, a centinaia, a migliaia negli scritti d'ogni sorta di gente bennata; gente che fa politica, commenta eventi sportivi, dirime questioni legali, scrive appelli, ammonisce, conciona, santifica ed esecra.
Le due ricorrenze sulle quali Apollonio richiama qui l'attenzione non sono però come le altre. Stanno su carta intestata e l'intestazione recita "Associazione per la Storia della Lingua Italiana presso l'Accademia della Crusca".
Insomma, per criticità, col valore di 'problema spinoso, questione delicata, situazione critica', è ormai fatta. Si attende solo che i lessicografi operosi presso la medesima nobile Accademia ne prendano il dovuto atto, sul fondamento non solo dell'uso ormai largo della gente di mondo ma anche, oggi, dell'autorità: nel caso specifico, riflessiva.
Bisogna ammetterlo: casi come questi son quelli in cui non ci si può esimere dall'esclamare che, per i facili profeti, "la soddisfazione ci sta tutta".
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